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Roma-Sassuolo 2-2 LE PAGELLE De Sanctis formato Antonioli. De Rossi si chiama fuori. Florenzi: finale da capitano

Glaciale Ljajic su quel pallone messo in mezzo da Florenzi che il serbo sbatte in porta permettendo alla Roma di prendersi un pareggio insperato e incredibile.

Francesco Balzani

La Roma si butta via, e si riprende per un pelo nel finale aggiungendo al suo libro dei rimpianti il pareggio interno col Sassuolo nata da una papera di De Sanctis, proseguita con i tanti errori a centrocampo di un non ancora pronto Strootman, di un De Rossi come al solito nervoso nelle partite che si mettono male e da un Pjanic tanto brutto da non sembrare vero. Davanti è gara chi sbaglia di più, finché non entra Gervinho e non si sveglia Ljajic.

DE SANCTIS 4: Festeggia nel peggiore dei modi il rinnovo di contratto. Una papera colossale che ricorda un errore di Antonioli contro il Perugia. Anche quel giorno pioveva, anche quel giorno fischiarono il portiere. Questo di errore però pesa una tonnellata. E stavolta non potrà neanche dare la colpa ai compagni. Nel secondo tanti pensieri e una bella parata prima di esultare per il gol di Ljajic che riporta la Juve a -3.

FLORENZI 6,5: Non è il suo ruolo, non è la sua partita ma almeno ci prova e mette anche sulla testa di Destro un cross perfetto. Nella ripresa fa quello che gli riesce meglio: ripartire, sudare, correre e combattere. Ci aggiunge un paio di campo niente male onorando a pieno la fascia da capitano. Da solo può poco però. Quando i compagni finalmente lo seguono Frodo trova la magia e regala a Ljajic il gol del pari. Capitano nel giorno in cui i capitani non c’erano.

MANOLAS 5,5: Zaza è un Polifemo complicato da abbattere e il greco se ne accorge quando l’attaccante azzurro prende a sportellate avversari, compagni e pallone. Kostas prova a tenere duro, ma anche lui cade nella mancata trappola del fuorigioco che permette a Zaza di prendere il formaggio e scappare.

MBIWA 5,5: Entra suo malgrado come attore non protagonista nel film horror di De Sanctis, ma del reparto arretrato è quello che appare meno intimorito di fronte agli attaccanti del Sassuolo. Nella ripresa avanza spesso e volentieri cercando la spizzata della felicità.

CHOLEVAS 6: Sbaglia ancora il fuorigioco, e riprova a farsi perdonare come contro l’Inter ma coglie in pieno la traversa. A parte quell’errore, che costa lo 0-2, è uno dei pochi nel primo tempo a meritare la sufficienza. Nella ripresa deposita come tutti i compagni le armi nell’armadietto. Si risveglia nel finale all’arma bianca e dimostra almeno caratterialmente di essere uno con gli attributi.

STROOTMAN 4: Duecentosettantacinque giorni dopo Kevin torna dal primo minuto, ma non è ancora King. Anzi non è neanche Medium. Sbaglia di tutto e di più mandando in tilt il reparto. Rivederlo a inizio ripresa è una sorpresa sgradita. Esce tra i giusti applausi perché uno così non va perso, ma solo recuperato. Magari con più calma.(52’ Nainggolan 5: Che ci fai con un Ninja a guerra persa in partenza?)

DE ROSSI 3,5: E’ bello vederlo esultare con la vena di fuori dopo i gol, ma sarebbe bello vederlo anche tirar fuori lucidità nei momenti di estrema difficoltà. Dopo un primo tempo passato a subire Brighi (sì, proprio lui) e Missiroli, inizia la ripresa con una palla persa e il fallo che gli costa il secondo giallo. Non ce ne frega nulla dei 6 milioni, delle sue vicende private. Ci interessa non vederlo così, ci interessa che faccia la differenza.

PJANIC 4,5: Troppo fioretto quando servirebbe l’ascia da battaglia. Sembra di vedere il fratello del giocatore che ha risolto la sfida con l’Inter. Altro appunto: possibile che dalla bandierina non nasca mai nulla? Ridimensionato. (71’ Keita 6,5: distribuisce il Lexotan a una squadra sull’orlo della crisi di nervi)

ITURBE 4,5: Se il prezzo venisse calcolato in base ai chilometri di corsa andrebbe anche bene. Ad una punta pagata 28 milioni però si chiede molto, molto di più. E’ frettoloso, confuso, inutile. Non è ancora uscito dalla dimensione “pippa”, eppure stavolta poteva essere quella buona. (52’ Gervinho 6,5: palla a Gervinho e vediamo che succede. Uno schema che non può risolverti sempre la vita. L’ivoriano rimedia il rigore, più di questo non può proprio)

DESTRO 4: Tralasciamo i gol divorati e quella testa bassa che farebbe sbroccare anche un monaco buddista. E’ l’atteggiamento, quell’aria di sufficienza, quel suo nascondersi nei momenti complicati che dà fastidio. Un mese fa, quando segnò l’ultimo gol contro il Cesena, disse che avrebbe fatto le sue valutazioni visto che Garcia lo faceva giocare poco. Al terzo anno di più che ombre che luci è la Roma a dover fare delle attente valutazioni su di lui. Oggi Mattia avrà anche fugato il dubbio su perché in nazionale giochi Zaza e non lui.

LJAJIC 7: La quinta sinfonia prende corpo nel finale dopo un inizio sterile e loffio in cui il serbo si perde nei giochetti da circo che tanto ci avevano fatto arrabbiare la scorsa stagione e non trova mai il varco giusto per far male al Sassuolo. Quando ha la palla buona per accorciare il passivo, calcia stancamente sul fondo. Nell’ultimo quarto d’ora entra il vero Ademo. Freddo dal dischetto e nella serpentina finale che per poco non permette il pareggio. Glaciale su quel pallone messo in mezzo da Florenzi che il serbo sbatte in porta permettendo alla Roma di prendersi un pareggio insperato e incredibile.

GARCIA 5: Altro esame di maturità, altro (mezzo) fallimento e stavolta senza attenuanti e col rimpianto di non esserti incollato alla Juve a -1. Perché è vero che la sua Roma va sotto per un errore madornale, ma è ancora più evidente la mancanza di contromosse da parte del tecnico che lascia uno Strootman impresentabile in campo per quasi un’ora, che tiene un Destro ai limiti della Giallappa’s e che non reagisce dopo l’espulsione di De Rossi. La reazione arriva quasi per caso con un rigore sacrosanto che gli evita la prima sconfitta in casa della stagione. Bella mezza rimonta, ma così si raccolgono applausi e non si conquistano trofei.