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Roma-Inter 0-0 LE PAGELLE Nainggolan versione Ninja, ma non per carnevale. Romagnoli non si emoziona. Ljajic perde un altro treno

(di Francesco Balzani – ForzaRoma.info) In un Olimpico semi deserto la Roma impatta per la prima volta in casa nel 2014.

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(di Francesco Balzani - ForzaRoma.info)In un Olimpico semi deserto la Roma impatta per la prima volta in casa nel 2014. In difesa si soffre poco o nulla e Romagnoli strappa altri applausi. Castan ancora perfetto, sugli scudi Nainggolan. Ma De Rossi e Strootman non danno la scossa e in attacco il solo Gervinho non basta.

 

DE SANCTIS 6: Due uscite ad alto rischio e un presa basso. Sembra monotono leggerlo tutte le domeniche, ma è così. Per fortuna.

TOROSIDIS 5,5: Non sta bene e paradossalmente soffre più lui che Romagnoli in difesa, colpa anche di Nagatomo decisamente più insidioso di Jonathan. Quando spinge però fa alzare i 13 mila dell’Olimpico e con un paio di cross bassi mette in difficoltà la difesa nerazzurra. Gara dai due volti.

BENATIA 6,5: Come fa il Marocco a rinunciare a uno così? Mehdi scrive un altro capitolo del suo personale corso di autodifesa contro gli attaccanti e anche stavolta ha mostrato come si ferma Palacio. Zero sbavature e tante occhiattacce. Così si ha la meglio. Ora torni pure al gol.

CASTAN 7: Capelli da marine, e pure il motto è quello “Semper fidelis”. Contro Palacio e Icardi il brasiliano non tradisce e fornisce l’ennesima prestazione sopra le righe andando a tappare anche qualche sbavatura degli esterni.

ROMAGNOLI 7: L’orologio gli batte sempre l’ora giusta, anche se si tratta solo della terza presenza in serie A, la seconda fuori ruolo. Guarin, oltre a Jonathan, lo punta pensando che il ragazzino possa impaurirsi. Non è così. Nel finale chiude due diagonali da professore. La Roma ha un titolare in più.

NAINGGOLAN 7: Deve usare il martello per modellare le curve di Alverez, ma non si limita solo a distruggere le intuizioni dell’argentino (che pure in qualche occasione gli scappa) e mette testa e braccio nell’azione del gol annullato a Destro. Nella ripresa mette la maschera e diventa supera: prova il piazzato, alto poi compie una magia da trequartista mandando in porta Pjanic e con palleggi e chiusure al dettaglio tiene in sella la Roma. Acquisto top.

DE ROSSI 5: Caldo, nel bene e nel male. Allunga gomiti, protesta tanto e lascia scoperta la guardia in un paio di occasioni andando però a cercare il colpo del ko in attacco senza fortuna. Gara senza acuti. Quel pugno a Icardi poi.

STROOTMAN 6: Con Guarin e Cambiasso è sfida a chi sfoggia più muscoli. L’olandese non si tira indietro, si toglie la canottiera e fa la sua bella figura anche se il duro lavoro degli ultimi mesi (con pochissime pause) si fa sentire. Presenza importante in mezzo al campo, ma potrebbe osare di più coi mezzi che ha.

LJAJIC 5: Se si esclude la finta con la quale manda al bar Jonathan, il serbo non combina nulla di che e butta dalla finestra una manciata di idee nemmeno troppe malvagie e un assist di Gervinho cucito su misura. Sembra il Vucinic del primo anno, ma segna meno del montenegrino. (54’Pjanic 6,5: altro passo, altra testa e altro livello di pericolosità anche se Handanovic gli nega la gioia del gol. Curi il ginocchio, uno così deve giocare sempre)

DESTRO 5,5: Ha pochi palloni, ma va anche a cercarsene il meno possibile. Se col Bologna era stato sfortunato, stasera è sembrato svagato, poco lucido. Nel secondo tempo cade nella morsa di Samuel e non ne esce poù. (80’ Bastos)

GERVINHO 6: Sono 19 di fila, ma non è la stanchezza né qualche linea di febbre a potergli togliere smalto. L’ivoriano è sempre in partita e quando le idee mancano i compagni gli danno il pallone in attesa della manna dal cielo. Il trio di cattivi neroazzurri però ha fatto tesoro degli errori dell’andata e gli concede molto meno di quanto prevedeva. Nel finale i crampi lo devastano. (89’ Florenzi ng)

GARCIA 6: Ha tante assenze e uno stadio vuoto. Giustificazioni valide ma non necessarie contro un Inter solida ma senza idee. La Roma ripete la gara col Bologna e tiene botta in difesa facendosi vedere però meno del previsto in attacco. Nella ripresa rivoluziona più volte l’assetto evidenziando un pizzico di confusione.