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Roma-Chievo 1-0 LE PAGELLE Borriello manda a letto i gufi. Il vero mago è Garcia. Florenzi: che dolcetto

(di Francesco Balzani – ForzaRoma.info) La decima di fila. Basterebbe questo per dare un 10 a tutti.

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(di Francesco Balzani - ForzaRoma.info)La decima di fila. Basterebbe questo per dare un 10 a tutti. La Roma del primo tempo però è stata sotto tono e Marquinho e Dodò hanno fallito l’occasione. Borriello invece si riscatta nella ripresa. Ma è Florenzi a togliere le castagne dal fuoco e mandare in cantina i tanti gufi davanti alla tv. Bene anche Pjanic, De Rossi e i soliti centrali di difesa.

DE SANCTIS 6: Un paio di uscite e tanti sbadigli fino al 73’ quando ribatte male un pallone modesto. Per fortuna Paloschi è in fuorigioco. Ci sta un piccolo errore in 10 partite? Sì. Poi quell’uscita a 30 secondi dalla fine che strappa l’ovazione della Sud. Pelizzoli si avvicina.

TOROSIDIS 6,5: Spinge come Maicon, ma fa meno paura. E soprattutto al cross è meno preciso. Però non molla mai e anche quando i compagni nell’assistono si getta tra le maglie gialloblu come uno spartano. Greco, come le olive.

BENATIA 6,5: Nel primo tempo si limita a registrare presenze e assenze dell’attacco clivense senza dover mettere mano alla bacchetta. Dopo il gol di Borriello si straccia i vestiti da maestrino e torna il molosso di sempre. Per poco non mangia il cuore di Pellissier quando l’attaccante prosegue l’azione anche se è in fuorigioco.

CASTAN 6,5: Peccato per il giallo, salterà Torino. Ma è l’unico neo di un’altra prestazione impeccabile. Paloschi non trova lo spazio nemmeno per sistemarsi i calzettoni Il brasiliano ruba pochi titoli, ma a Sabatini va dato atto di aver scovato un gran bel difensore. Se Ogbonna vale 15 milioni, Castan quanto vale ora?

DODO’ 5: La maturità gli ha dato più sicurezza ma gli ha tolto intraprendenza. Resta basso e anche quando sale raramente va a cacciarsi lo spazio necessario al cross. Al 54’ fa venire i capelli bianchi a Garcia per un errore sulla trequarti che per poco non manda in porta Paloschi. Da quel momento perde anche la sicurezza e torna il brutto anatroccolo di sempre. Svagato, intimorito, bocciato. (64’ Balzaretti 6: Un’altra musica, un’altra testa)

STROOTMAN 6,5: Ricordate Keyser Soze, protagonista oscuro dei Solito Sospetti. Ecco Kevin non si fa vedere, manda sulla scena i compagni, resta leader silenzioso. Ma c’è sempre e risolve le pratiche più spinose. Altra prova di maturità calcistica d’altri tempi.

DE ROSSI 7: La Roma vince dieci partite, e lui non sbaglia nulla per la decima partita di fila. Altra prova di saggezza tattica estrema da parte di Capitan Futuro che anche nei momenti in cui ognuno di noi perderebbe la calma, tiene per mano i compagni e li conduce all’ennesima impresa.

PJANIC 7: Sguscia via come un anguilla e coi piedi compone sonetti alla Neruda. Lo sanno bene Rigoni e Hetemaj che restano a bocca aperta mentre il bosniaco gli fa passare il pallone sopra le orecchie. Anche in fase di contenimento non sbaglia una mossa. Cala un po’ nel finale, ma è questo l’anno della consacrazione del bosniaco, la Roma lo blindi in fretta. (80’ Bradley 6: mette legna al fuoco che scalda gli spiriti già bollenti dei tifosi giallorossi. Bene Capitan America)

MARQUINHO 5: Torna titolare dopo la prova incolore di Genova con la Samp. Lo spartito non cambia più di tanto. Parte con due meteoriti sparate verso la porta di Puggioni poi ricomincia a correre a vuoto. E Garcia nella ripresa lo fa correre verso la panchina. (58’ Florenzi 7: Sandrino entra e dopo nemmeno dieci minuti risolve il match con un assist prezioso come un bicchiere di birra ghiacciata nel deserto del Sahara. “sei forte” gli dice Garcia. Ma lui lo sa già.)

BORRIELLO 7: Salva una partita fatta solo di gomiti e tacchetti con una zampata vecchie maniere che riporta la Roma a più cinque e i gufi in cantina. A dieci dalla fine va di nuovo vicino il gol. Nel primo tempo era sembrato a tratti irritante, lontano dal gioco e dai compagni. Che questo gol, (dopo 900 giorni di digiuno in giallorosso) gli riporti fiducia. Alla Roma porta la storia.

LJAJIC 6,5: Deve sempre toccare almeno due volte il pallone, si decentra anche quando non deve, non ha il no look del capitano. Ma il piede è raffinato e il carattere è serbo. Ovvero senza paura. Nel finale alla faccia della sua giovane età scuote la squadra e si prende gli applausi dell’Olimpico. Da brividi una punizione deviata da Puggioni a dieci dalla fine.

GARCIA 10: Orfano di Totti, il tecnico francese disegna una squadra più quadrata ma meno brillante. Sbagliata la formazione iniziale, rimedia in corsa con l’inserimento della vecchia guardia e anche stavolta azzecca i cambi e porta a casa i tre punti. Con fatica e sudore, ma li porta a casa e porta la Roma nella storia del calcio italiano. Sono dieci. E allora dieci sia.