Niente controsorpasso. Una bruttissima Roma impatta in casa con l’Atalanta, e ottiene il gol solo su rigore e sempre con Totti. In difesa la coppia di centrali è un pianto, i terzini non farebbero nemmeno la tribuna a Torino. A centrocampo si vede solo Nainggolan. Davanti Iturbe e Ljajic sono inguardibili.
pagelle as roma
Roma-Atalanta 1-1 LE PAGELLE: Iturbe casinista cronico. Ljajic tira solo su ordinazione. Astori e Mbiwa: coppietta impaurita
Garcia snatura la squadra proponendo un 4-2-3-1 con due registi improvvisati davanti alla difesa e Totti prima punta
DE SANCTIS 6: Quando ha parato l’ultimo rigore in Italia ancora giravano le lire. Per il resto è bravo nelle prese basse e molto approssimativo nelle uscite, anche in quelle nell’area piccola. Pirata di una barca alla deriva.
TOROSIDIS 5,5: Umile falegname in una squadra di viziati artisti dell’alta borghesia. Il greco si sporca le mani, si sforza di seguire ma non può essere lui a salire sul palco e fare il discorso finale. Il cross col piattone a venti dalla fine potrebbe provocare la riapertura di Mai dire Gol. Un terzino no eh? (82’ Doumbia ng: meglio non commentare)
MBIWA 5: Oggi è il capo della banda del buco. Nel primo tempo un paio di svirgolate aprono il portone dell’area a Gomez e Emanuelson, nella ripresa rifila una gomitata da rosso e spazza via il pallone anche quando si trova a centrocampo. Per fortuna Denis e compagni non sono a caccia di gloria.
ASTORI 4,5: Commettere un fallo da rigore su Emanuelson è una piccola impresa personale. Non contento si fa pure ammonire da diffidato e salterà la sfida con l’Inter. Visto l’Astori di oggi forse non è una brutta notizia. Più che lo sconto il Cagliari dovrebbe presentare i saldi in estate.
CHOLEVAS 5: Si è fatto la boccia per dare una parvenza di Maicon in campo visto che il brasiliano a Roma lo si vede dappertutto tranne che all’Olimpico. Il greco però non ha né i piedi, né il fisico del brasiliano. Prova mediocre di un giocatore fin qui dimostratosi mediocre.
PAREDES 5: Sgridato da mezza squadra dopo il contropiede atalantino che porta all’1-1. Anziché recuperare la posizione, infatti, l’argentino si ferma per un finger food dalle parti di Sportiello. ma anche lui potrebbe urlare qualcosa ai compagni quando in area avversaria giocano a nascondino per non prendere un suo cross basso. Non è proprio adatto a fare coppia davanti alla difesa in un 4-2-3-1. (57’ Keita 6: O’ professore permette a Nainggolan di salire un po’ e restituire un minimo di ordine a centrocampo. Poi basta)
NAINGGOLAN 6: Sembra il leader di una rock band che suona cover. Lui ci prova in tutti i modi, a costo di spaccare la chitarra per terra. La scossa però non riesce proprio a darla nonostante si sdoppi e si sbracci più del dovuto. E’ diventata la stella, doveva essere una riserva.
ITURBE 4: Sembra Tazmania, il personaggio della Looney famoso per essere veloce e casinista. Non ne indovina una. Punta l’uomo quando ha campo aperto, va in progressione quando dovrebbe servire i compagni, attacca lo spazio quando dovrebbe restare in appoggio. Il contachilometri è sempre accesso. Peccato che non siamo a una gara di cross fit. (57’ Ibarbo 6: qualche lampo e una presenza decisamente più minacciosa rispetto a Iturbe. Segnare? Non lo faceva con Zeman, figuriamoci con Garcia)
LJAJIC 5: Scena da Benny Hill quando sembra infortunarsi dopo un calcio di punizione battuto senza senno. Dopo mille slalom, l’Olimpico gli impone di tirare in porta. Lo fa, e crea un pericolo. Provarci più spesso è impedito dal regolamento? A secco da mesi, sembra cullarsi sugli allori ormai sbiaditi del 2014.
FLORENZI 5,5: A forza di spostarlo da un piano all’altro del modulo si rischia di rompere l’unico giocattolo funzionante. Dopo il terzino, l’ala, il mediano eccolo nell’inedito ruolo di esterno dietro la punta. Alterna buoni movimenti a errori di posizione e appoggio. Nella ripresa cerca il gol con una fiondata da fuori parata da Sportiello.
TOTTI 6: Segna su rigore ok, ma l’ultimo gol di un attaccante portava la firma del capitano (a Verona). Francesco torna titolare dopo l’infortunio, e dopo nemmeno 2 minuti mette il timbro numero 241. Il paradosso non è vedere un quasi 39 enne in campo, ma capire che è l’unico a metterci davvero le palle.
GARCIA 4,5: Snatura la squadra proponendo un 4-2-3-1 con due registi improvvisati davanti alla difesa e Totti prima punta. Però forse ha ragione lui: non conta il modulo, conta tutto il resto. E vedere giocatori che si nascondono dietro l’avversario, discutono in campo e scappano dal portatore di palla è decisamente più triste di qualsiasi critica o analisi tattica. Non gli riesce il controsorpasso nonostante il brusco stop della Lazio, ma a preoccupare è più il futuro del presente.
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