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Calciopoli, De Santis e Bertini rifiutano la prescrizione

L’avvio è stato di quelli lenti ma il processo di appello a Calciopoli, in corso dinanzi alla sesta sezione della Corte di Appello di Napoli, promette di non andare per le lunghe: altre cinque udienze prima della sentenza attesa per il...

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L'avvio è stato di quelli lenti ma il processo di appello a Calciopoli, in corso dinanzi alla sesta sezione della Corte di Appello di Napoli, promette di non andare per le lunghe: altre cinque udienze prima della sentenza attesa per il 29 ottobre. Sempre che il calendario sia rispettato e non subisca stop imprevisti, come l'astensione degli avvocati tra l'8 e il 16 luglio che impedirà un altro appuntamento prima delle ferie. Tutto rinviato al 20 settembre per un'udienza che si annuncia a oltranza. Sarà il prologo del rush finale, con quattro udienze a ottobre fissate nei giorni 1, 8, 15 e 29. Senza grandi emozioni il dibattimento di oggi caratterizzato dalla possibilità di rendere dichiarazioni spontanee.

Se ne sono avvalsi gli ex arbitri Massimo De Santis e Paolo Bertini: entrambi già condannati in primo grado, hanno manifestato la loro volontà di rinunciare alla prescrizione. Agguerrita la difesa di De Santis: «Mi hanno descritto come il promotore della 'combriccola romanà, come l'arbitro che più di tutti ha favorito la Juventus, ma con me la Juve perse due partite su tre quell'anno. Per quanto riguarda Lecce-Parma 3-3 sono stato scagionato perfino da Zeman». De Santis ha chiesto di poter ascoltare in aula alcune telefonate che lo scagionerebbero con elementi che non sarebbero emersi nel primo grado del processo.

Dopo De Santis è stata la volta di Bertini: «La mia vita - ha detto l'ex giacchetta nera di Arezzo - è stata distrutta da questa vicenda, con conseguenze sul lavoro e sulla famiglia. Dopo tutto quello che ho passato la prescrizione non basta: voglio un esito diverso. Lo devo a me, alla mia famiglia, a chi mi è stato vicino». Il collegio, presieduto da Silvana Gentile, ha affrontato una serie di questioni preliminari: tra le altre quelle relative alla posizione degli ex guardalinee Marcello Ambrosino ed Enrico Ceniccola, già assolti in primo grado e su cui pendeva un appello generico del Lecce Calcio in qualità di parte civile. Il Tribunale ha dichiarato la sentenza passata in giudicato non essendo stato proposto ricorso nè dalla Procura generale nè dalle parti civili. Pertanto, sia Ambrosino che Ceniccola sono usciti definitivamente dal processo.

Anche oggi in aula diversi gli imputati presenti: tra gli altri l'ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi, l'ex designatore arbitrale Paolo Bergamo, l'ex vicepresidente della Figc Innocenzo Mazzini. Da parte dei legali di Moggi è stata ribadita la richiesta di poter ascoltare in aula, con l'ausilio di un monitor, alcune intercettazioni telefoniche ritenute decisive per la difesa. Su questo aspetto il collegio si è riservato una decisione già nella prossima udienza del 20 settembre quando ci sarà spazio per la relazione del giudice a latere e per la requisitoria del procuratore generale.

Fonte: ANSA