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Brunico 2011, i dettami di Luis Enrique

(di Alessandro Paoli) E’ cominciato ufficialmente oggi, il ritiro giallorosso di Brunico (in realtà la squadra si era radunata Mercoledì e Giovedì a Trigoria per i primi allenamenti della stiagione) con il primo allenamento in terra trentina...

Redazione

(di Alessandro Paoli) E’ cominciato ufficialmente oggi, il ritiro giallorosso di Brunico (in realtà la squadra si era radunata Mercoledì e Giovedì a Trigoria per i primi allenamenti della stiagione) con il primo allenamento in terra trentina del neo-tecnico Luis Enrique.

Il tecnico spagnolo, ex in carriera di Real Madrid e Barcellona tra le altre, ha, sin da subito, manifestato espressamente la sua filosofia di gioco alla squadra: possesso palla al fine di tenere in pugno il cosiddetto ‘pallino del gioco’ abbinato ad un veloce, quanto precisa, circolazione di palla tra i cortissimi reparti della sua squadra.

IL RISCALDAMENTO - Nella fase di riscaldamento della Roma ha colpito la metodologia scelta da Luis Enrique ed il suo staff: fare lavoro aerobico, quindi fiato, come si dice in gergo, allenando tecnica e mente.

“Acchiapparella giallorossa” - I calciatori giallorossi, schierati tutti dentro un’unica area di rigore (nello specifico quella di sinistra rispetto alla tribuna stampa e quindi a destra rispetto a quella del pubblico), iniziano questo ‘gioco di riscalmento’. Il calciatore ‘predatore’ (pallino giallo con contorni rossi nella foto) è chiamato a ‘cacciare’ gli altri calciatori (pallino rossi con contorni gialli).

Nel momento in cui un calciatore ‘predatore’ blocca toccando fisicamente un calciatore ‘preda’, quest’ultimo diviene ‘predatore’ anch’egli dando inizio ad un catena. Quando un calciatore entra nella catena deve tenere per mano il compagno e muoversi armonicamente con questi alla ricerca di inglobare altri calciatori.

L’esercitazione termina quando rimangono da ‘predare’ soltanto due calciatori.

La finalità di tale esercitazione ha l’obbiettivo di velocizzare la capacità di pensiero sul da farsi (chi prima sa dove andare difficilmente verrà ‘predato’ d un compagno, così come chi sa dove muoversi sa come eludere un pressing o un anticipo), migliorare l’agilità in velocità (per divincolarsi si compiono moltissimi cambi di direzione che possono rilevarsi utili per eludere una marcatura sul campo da gioco) e il pressing (quando si forma una catena di almeno di calciatori si è chiamati a svolgere un pressing in armonia con il proprio compagno).

POSSESSO PALLA E SCAMBI RAPIDI Fulcro della filosofia blaugrana di LuisEnrique è, come già detto, il possesso palla sviluppato, come il Barcellona di Guardiola, a tutto campo e con rapidi e precisissimi tocchi o di prima (preferito dal tecnico vedendolo in allenamento) o di seconda. Assolutamente vietati (almeno in questa fase) i lanci lunghi (Luis Enrique, dopo un lancio lungo di De Rossi, ha chiesto espressamente di evitarli).

Un esempio del lavoro svolto sul possesso palla è l’esercitazione che vi ricostruiamo.

I calciatori lavorano a gruppi di 5. Tre calciatori, che corrono fronte alla porta avversaria, iniziano un possesso palla, il quale è condizionato dal dover passare dalla sponda con i due calciatori schierati avanti a loro, i quali corrono spalle alla porta avversaria e, di conseguenza, far abituare i suoi calciatori a giocare ad uno/due tocchi sia fronte che spalle alla porta. Ovviamente alla massima velocità possibile. In questo tipo di esercitazione è stata di notevole importanza l’attenzione mostrata nel corregge le distanza tra i 3 fronte alla porte e i 2 spalle alla porta in funzione di curare, in seguito, la distanza tra i reparti, che dovrà essere molto corta, se non cortissima, per attuare la filosofia di gioco di Luis Enrique e del suo staff.

IL PRESSING (FASE DI NON POSSESSO) Altro elemento cardine della filosofia di gioco di Luis Enrique, almeno da quanto si evince dall’allenamento di questa mattina e dai precedenti di questi giorni, è il pressing sul portare di palla avversario in fase di non possesso.

Non ha caso la cosiddetta partitella di oggi verteva proprio su questo obbiettivo e, collateralmente, sul possesso palla quando si è pressati.

Il gruppo si divide in due squadra, una di 10 elementi (4 all’interno del perimetro da gioco e 6 all’esterno) e un’altra di 8. I primi sono chiamati a far girare palla e a prolungare il più possibile il possesso della sfera mentre in secondi hanno l’obbiettivo di effettuare un pressing, si spera in maniera organizzata, al fine di recuperare la sfera il più volte possibile. Nell’occasione il perimetro di gioco è ristretto e diviso come mostra l’immagine a sottostante.