(di Tommaso Gregorio Cavallaro) L’infinita trattativa tra Unicredit e Di Benedetto per l’acquisto della Roma ha, ovviamente, fatto passare in secondo piano il match tra Roma e Juventus, che incroceranno le spade domenica sera all’Olimpico.
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Di Livio a ForzaRoma.info: “Totti e Del Piero due campionissimi in campo e fuori. Roma-Juve grande match”
(di Tommaso Gregorio Cavallaro) L’infinita trattativa tra Unicredit e Di Benedetto per l’acquisto della Roma ha, ovviamente, fatto passare in secondo piano il match tra Roma e Juventus, che incroceranno le spade domenica sera all’Olimpico.
Un tempo l’attesa per questa partita sarebbe stata spasmodica, ora, sia per il campionato di basso profilo di entrambe le squadre che per la querelle sul futuro della società giallorossa, sembra che dello scontro tra le regine degli anni’80 non importi quasi a nessuno. Futuro a parte, c’è il presente da vivere, che per la Roma ha in agenda il dover acciuffare un quarto posto che dista ben sei lunghezze e, da questo punto di vista, la “Vecchia Signora” rappresenta la prima di otto finali.
Angelo Di Livio, cuore giallorosso al 100% ma affermatosi ad altissimo livello con la maglia bianconera, è uno che di questi confronti se ne intende. L’ex ala destra della Juventus di Lippi non ha dubbi sul fatto che sarà una partita dura e complicata per tutti e due i team: “Non vedo una nettamente favorita – queste le sue parole a ForzaRoma.info – sull’altra. Certo, la Roma sta attraversando un buon momento di forma e gioca in casa, ma penso che la Juve possa avere uno scatto d’orgoglio affrontando una grande squadra.”
Pronostico a parte, lo stato di forma delle due compagini appare differente. La Roma è data in netto rialzo, mentre la Juve sembra – tralasciando l’ultima stentata vittoria contro il Brescia – in uno stato comatoso senza fine. Analisi che trova, parzialmente, d’accordo Di Livio: “Come ho già detto, la Roma è in ripresa e sembra che la cura Montella abbia rigenerato la squadra. Ora vedo i giocatori romanisti più cattivi e decisi, al contrario della svogliatezza con cui parevano giocare prima del cambio d’allenatore. Per questo voglio fare i complimenti a Vincenzo – mio grande amico – che, al di là della minima esperienza, sta dimostrando di avere delle idee; cosa fondamentale per un allenatore. La Juve, società a cui sono molto legato, è in palese difficoltà. Credo che la causa principale sia la poca qualità e la mancanza di carattere di molti giocatori, che soffrono il “peso” della maglia bianconera.”
Una Roma che sta tornando a pieno regime, ma che finora ha deluso disputando un campionato nettamente al di sotto delle aspettative. Di Livio, come tutti i tifosi, è tra color che masticano amaro, ma cerca di dare una spiegazione a questa stagione in tono minore: “Penso che molti fattori abbiano contribuito a non far rendere la squadra secondo le sue enormi potenzialità. Come, ad esempio, la poca chiarezza a livello societario, per cui i giocatori si sono sentiti liberi di fare quel che gli pareva senza che nessun dirigenti avesse la forza di intervenire. Cosa che soprattutto ha tolto potere a Ranieri, non consentendogli di tenere il comando della squadra. Fortunatamente, anche se per me Ranieri non ha commesso gravi errori, il cambio in panchina sembra aver sortito il giusto effetto, ridando la necessaria compattezza al gruppo, che però non è esente da colpe.” L’ex Nazionale, giustamente, non vuol fare dei nomi, ma punta la sua attenzione su un giocatore, da lui molto amato e stimato: Jeremy Menèz: “Non mi è mai piaciuto attribuire delle colpe specifiche, ma alcuni calciatori devono capire che certi modi di fare creano danno alla squadra. Prendete l’esempio di Menèz; un calciatore che, come ha detto anche Zidane, ha delle qualità da fenomeno, ma che certe volte ha degli atteggiamenti che non vanno bene. Non può arrabbiarsi ogni volta che non gioca, perché se vuoi far parte di un top club devi accettare anche la panchina di tanto in tanto. Inoltre, gli consiglio di essere più allegro, perché fare il calciatore è il mestiere più bello del mondo.”
La vicenda societaria, comunque, sembra essere giunta alla conclusione, che verrà sancita dalle firme in calce ai contratti della banca e di Thomas R. Di Benedetto, il nuovo presidente della Roma. Ergo, le ripercussioni sul rendimento della squadra non dovrebbero più esserci. Anche se il Di Livio pensiero diverge sotto questo punto di vista: “Non penso che i cattivi risultati siano stati figli della trattativa per la cessione del club. I giocatori professionisti non si fanno quasi mai turbare da queste vicende, ma, come detto precedentemente, sono altre le cose che possono infastidirli.”
Due che non sembrano essere mai turbati, sono Totti e Del Piero. Fuoriclasse per i quali anche Di Livio si alza in piedi: “Alex e Francesco non sono solo calciatori straordinari, ma anche grandissimi uomini. Spero che le giovani leve prendano esempio da loro.” Ricambi che, però, sembrano scarseggiare, soprattutto per quel che riguarda la Nazionale. Tutta colpa, almeno secondo Di Livio, della poca fiducia che in Italia riponiamo nei ragazzi dei vivai: “Bisogna rilanciare i settori giovanili e dare fiducia ai giocatori che ne escono fuori. Per me i vari Crescenzi, Bertolacci e D’Alessandro dovrebbero essere riportati a Roma e inseriti nella rosa della prossima stagione, perché hanno tutto per diventare dei grandi calciatori.”
Chiosa finale sulle chance di qualificazione alla prossima Champions della Roma e sulla lotta scudetto: “Le prossime tre partite (Juve, Udinese e Palermo, ndr) sono fondamentali. Se la Roma dovesse fare risultatao, specie a Udine, le sue possibilità Champions aumenterebbero notevolmente. Per quanto attiene alla bagarre scudetto: vedo il Milan favorito solo perché è primo, ma ha un calendario terribile da qui alla fine. Sarà decisivo il derby, perché dovesse vincerlo spazzerebbe via l’Inter. In caso di sconfitta, invece, sarebbero dolori per i rossoneri. Occhio, infine, all’entusiasmo di una piazza come Napoli, che sta azzerando il gap tecnico tra i partenopei e le milanesi.”
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