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Zeman ricorda Mihajlovic: “Eroico nella lotta, porterò con me il suo ultimo bacio”

Zeman ricorda Mihajlovic: “Eroico nella lotta, porterò con me il suo ultimo bacio” - immagine 1
Il boemo ricorda l'amico e collega scomparso prematuramente il 16 dicembre scorso

Redazione

In una lunga lettera sulla Gazzetta dello Sport, Zeman ricorda l'amico e collega Mihajlovic, scomparso due giorni fa. Queste le sue parole: "All'epoca allenavo la Roma, era il 2012, Sinisa Mihajlovic si presentò vestito elegantissimo. Ci sedemmo all’aperto e cominciò a farmi mille domande sul mio 4-3-3, su come allenavo l’attacco, la difesa, la preparazione atletica. Era curioso, prendeva appunti, immagazzinava tutto. Ma non mi stava interrogando un giovane ex calciatore con velleità da tecnico, no, Sinisa era già un mio collega e allenava la Nazionale della Serbia. Capii subito che dietro quel sorriso allegro, la battuta pronta nel duetto con Totti che venne a salutarlo, si nascondeva un uomo ambizioso ma umile, appassionato del suo lavoro e con la voglia di lavorare e crescere. Mi piacque subito. Del Sinisa calciatore è inutile parlare. Fu grandissimo: un piede sinistro spettacolare, grande intelligenza calcistica, grinta, mentalità vincente e personalità enormi e una capacità di tirare le punizioni che lo rendeva unico". E ancora: "Sinisa era uno spettacolo quando si arrabbiava... Gli dicevo che me lo ricordavo da avversario quando tirava tutte le punizioni in Curva ed era un pericolo per gli spettatori. Lui subito si faceva serio e io lo vedevo che si mordeva la lingua per non mandarmi a quel paese. Poi abbozzavo un sorriso e lui capiva che lo stavo prendendo in giro. Anche se ci siamo sfidati su panchine opposte, c’e’ sempre stato un rapporto di grande affetto". Poi sulla malattia dell'allenatore serbo: "Quando Sinisa si riprese ero convinto che il peggio era ormai alle spalle ma anche quando la malattia si è ripresentata ho sempre pensato che lui ce l'avrebbe fatta. Con la sua straordinaria capacità di lottare e di soffrire e sopportare tutto. Quando in occasione della presentazione del mio libro a Roma l’1 dicembre, mi sono commosso. Sapevo che stava male e so che enorme sacrificio ha fatto per esserci. Non l'ho voluto vedere negli ultimi giorni in un letto d'ospedale e non sarò al suo funerale. La morte è odiosa e la sua mi provoca troppo dolore. Voglio invece ricordarlo sorridente, come quella sera. Porterò sempre con me il suo ultimo bacio".