"Tutto parte dalla scellerata rinuncia dello sport nel 2003 a rimanere legato ai proventi in termine di scommesse: abbiamo consegnato il nostro prodotto nelle mani di qualcun'altro. Dal 2011 abbiamo avuto una riduzione di 20 milioni, un grande taglio che è stato assorbito. All'interno stiamo lavorando sul tagli dei costi di gestione e all'aumento dei ricavi". A parlare è Michele Uva, direttore generale della Figc, chiamato a rispondere alle voci che prevedono dei tagli alla federazione per circa 30 milioni: "Anche se non abbiamo dati ufficiali, una riduzione a metà di una stagione sportiva andrebbe a bloccare una serie attività istituzionali che la Federazione fa, e andrà a incidere sul settore giovanile scolastico, sull'Aia, sulla giustizia sportiva che costa 5 milioni di euro alla Federazione".
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Uva sui tagli alla FIGC: “Tutto parte dalla rinuncia dello sport nel 2003 a rimanere legato ai proventi delle scommesse”
Il direttore generale della Fgic sui tagli che potrebbero colpire la federazione: "Abbiamo 32 milioni di appassionati, le 10 prime trasmissioni più viste sono partire di calcio"
Attualmente il Coni stanzia circa 62 milioni per la Federazione italiana di calcio, una cifra, secondo Uva, ampiamente giustificata: "Abbiamo 32 milioni di appassionati, le 10 prime trasmissioni più viste sono partire di calcio". E non solo: "Le squadre di Serie A versano nel sistema circa 1 miliardo di euro di tasse, il calcio italiano da 1948 al 2003 ha finanziato lo sport con 18 miliardi, le e 422 medaglie olimpiche sono state totalmente finanziate dal gioco del calcio attraverso il rapporto diretto tra Totocalcio e contributi al Coni".
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