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Ultras, il nuovo libro di Lamberto Ciabatti: “La curva è lo specchio della città”

Ultras, il nuovo libro di Lamberto Ciabatti: “La curva è lo specchio della città” - immagine 1
Le parole dello scrittore del libro che racconta gli episodi più avvincenti del tifo organizzato
Redazione

"Ogni maledetta domenica. Vincere o perdere non conta", è questo il motto che si trova sulla copertina del libro 'Ultras' di Lamberto Ciabatti . Lo scrittore ha raccontato gli episodi più significativi dei gruppi organizzati negli anni '70,'80','90. Tante le testimonianze all'interno del libro dei storici ultras di quell'epoca: dal 'Boca (Atalanta) al Barone (Milan). Di seguito le parole di Ciabatti:

Da dove parte l’idea di scrivere di scrivere il libro? “È un mondo che mi ha sempre affasciato. Poi ho creato rapporti di amicizia ed è una cosa sedimentata per anni dentro di me. Poi ho iniziato a parlare con loro e ho capito che c’era un mondo dietro, ma in parte già lo sapevo. Il primo con il quale ho parlato è stato il ‘Bocia’ tifoso storico dell’Atalanta. Sono andato a trovarlo a Senigallia perché lui non può tornare Bergamo. Ho fatto da tramite e ho raccontato l’esperienza di questi ultras. Sentire la loro versione era un modo per entrare in questo ambiente e raccontarlo da un certo punto di vista. Probabilmente parziale ma con aspetti che prima non erano stati trattati”.

Che cosa significa essere ultras? “Ho visto che molto spesso, prima ancora della squadra c’è il gruppo e la città. Il legame che si crea tra le persone è un aspetto fondamentale. C’è amicizia e fratellanza. È stato un fenomeno di aggregazione importante e lo è anche oggi. Gli aspetti fondamentali sono: gruppo, maglia e città”

I fatti raccontati nel libro degli anni passati sono irripetibili ai giorni d’oggi? “Difficilmente si potranno ripetere. C’erano delle condizioni diverse. Negli anni ’70 le forze dell’ordine erano impegnate a combattere il terrorismo e lo stadio era più libero. Ci sono molti ultras che raccontano che quando comunicavano alla famiglia la scelta di frequentare la curva loro erano contenti perché pensavano ‘invece di far parte di un gruppo terroristico diventi militante di un gruppo ultras’. Poi succedevano cose avventurose anche lì”

Anni fa gli ultras si sarebbero esposti così tanto? “Sono persone che hanno fatto il loro percorso e vogliono raccontarlo. Credo che ci siano diverse storie a cavallo tra gli anni ’70 e ’90 che se non raccontate andrebbero disperse, sono un patrimonio culturale importante che racconta non solo la curva ma anche della città. La curva è lo specchio della città. L’obiettivo del libro era non solo raccontare storie di ultras ma anche la città dove i tifosi sono cresciuti. Forse un tempo non sarebbe stato possibile. Oggi per un fatto di età ci sono persone che vogliono raccontare la loro esperienza. È un mondo che è profondamente cambiato”

Qual è l’episodio che l’ha colpita di più dai racconti? “Ci sono alcuni fatti di cronaca che trovo interessante il fatto che sono raccontati da una parte e dall’altra. La morte di Filippini il fatto che la raccontano sia gli interisti che gli ascolani è come avere delle telecamere puntate su entrambi. Stessa cosa per la storia di Ivan Dall’Olio, tifoso del Bologna colpito da una molotov in treno. Poi ci sono anche degli eventi creativi. Gli ultras della Lazio sono andati a Bologna in trasferta esponendo l’effige di Padre Pio per evitare i controlli della Polizia. Certo cose sono difficilmente irrepitibili. Anche il fatto che i tifosi partivano la notte ed arrivavano in città la mattina presto”.

Non c’è nessuna testimonianza di ultras della Curva Sud di Roma. “Ci sto lavorando in previsione di un secondo libro. La testimonianza di quello che è stato il tifo romanista è importante”.

Che cosa ne pensa dell’inchiesta sugli ultras a Milano? “Queste cose in passato non succedevano in questo modo. Ora ci sono dei processi in corso, ma è oggettivo che c’è un negli ultimi anni c’è stata un’infiltrazione della criminalità organizzata all’interno delle curve. Ma questa cosa c’è ovunque. Non lo trovo così sorprendente. Dove girano soldi c’è anche il crimine”.