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Udinese, Zola sarà l’erede di Guidolin

Si dice, e rimaniamo nel campo dei si dice, che Gianfranco Zola stia studiando per diventare allenatore dell’Udinese quando Guidolin smetterà.

Redazione

Si dice, e rimaniamo nel campo dei si dice, che Gianfranco Zola stia studiando per diventare allenatore dell'Udinese quando Guidolin smetterà. Magari con uno scambio che nell'ambiente londinese da tempo circola: Guidolin a Londra, vicino al figlio, terminando la carriera dove sognava, e Zola in Italia. perché è una balla che l'ex Napoli preferisca l'Inghilterra: l'anno scorso è stato a un paso dalla Lazio, solo che Lotito lo conoscono tutti e basta uno starnuto per fargli cambiare opinione su una persona. Così Zola ha accettato l'offerta di Nani, suo amico che era già in trattativa con i Pozzo per acqistare il Watford.

Del resto lo stesso Pozzo ci ha confermato che Zola se proprio deve arrivare a Uidne deve fare gavetta prima. E quella inglese è sicuramente tosta.

La Gazzetta dello Sport descivendo il tecnico degli Hornets afferma: «Se pensi a due aggettivi per descrivere Zola, ti vengono in mente creativo e artistico. Il Watford invece per tradizione è una squadra umile e lavoratrice. Come possono stare assieme?». Sembra di sentir parlare dell'Udinese, vero?

«Il modo di fare calcio dei Pozzo a me sembra molto intelligente, ottimo. Lo hanno replicato in Spagna e lì ha funzionato, perché anche il pallone può diventare una forma di investimento. È possibile che questo modello sia il futuro del calcio».

Ci fosse Antonio Di Natale al Watford, sarebbe tutto più semplice... Può essere considerato un erede diretto di Zola?

«Assolutamente sì. Di Natale è fantastico, partecipa alla costruzione del gioco e in area è micidiale».

Bene, il Watford usa il 3-5-2, come Francesco Guidolin ha fatto spesso. Ci sono dei riferimenti alla base di questa scelta?

«Nevio Scala, che ho avuto a Parma, è il primo maestro: anche lui faceva il 3-5-2. Poi, in questi anni, Pep Guardiola. Il problema, adesso, è che in molti club un allenatore non ha tempo di lavorare. Si chiedono risultati immediati, ma non è pensabile di cambiare la mentalità di una squadra al primo o al secondo allenamento».

Un modello spagnolo per un allenatore... per metà inglese. E l'Italia?

«Adesso è un po' indietro, e si vede in Champions League. La Juve sta pagando proprio questo: in Italia i ritmi sono troppo bassi, e così il campionato non ti prepara all'Europa. È esattamente il contrario di quanto accadeva negli anni Novanta, con la differenza che ora la Champions è il vero campionato. I tornei nazionali valgono un po' di meno».

Il Watford ha come sponsor Football Manager, un gioco in cui si possono comprare i giocatori come nella realtà.

Se Zola avesse 10 milioni da investire su un giovane, chi prenderebbe?

«Giuseppe Rossi».

 FONTE www.udineseblog.it