''Cosa c'e' di corretto nel calcio? Ormai non c'e' piu' nulla''. Victor Uckmar, ex presidente della Covisoc dal 1993 al 2001, assiste ''da spettatore'' alla nuova era del pallone, tra le valanghe di milioni che club gestiti da fondi sovrani e magnati russi possono riversare sul mercato.
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Uckmar: “Nel calcio ormai non c’è più nulla di corretto. Fa bene la Guardia di Finanza a controllare i Club e i procuratori”
”Cosa c’e’ di corretto nel calcio? Ormai non c’e’ piu’ nulla”. Victor Uckmar, ex presidente della Covisoc dal 1993 al 2001, assiste ”da spettatore” alla nuova era del pallone,
Il Paris-Saint Germain, finanziato dalla Qatar Investment Autorithy, puo' spendere 400 milioni in due anni senza apparentemente preoccuparsi del Fair Play finanziario varato dalla Uefa.
A Montecarlo, il magnate russo Dmitry Ryboblev stacca assegni zeppi di zeri per creare il 'super Monaco'. In Inghilterra, gli sceicci del Manchester City sono tornati a investimenti 'normali' dopo estate pirotecniche, mentre Roman Abramovich pare intenzionato a divertirsi di nuovo a suon di milioni con Jose' Mourinho sulla panchina dei blues. ''Lo squilibrio tra chi puo' spendere e chi non puo' e' evidente. E' il mercato, si dira', ma capisco anche chi pensa che non sia una situazione corretta in un contesto sportivo di competizione. D'altronde, cosa c'e' di corretto nel calcio? Ormai non c'e' piu' nulla -dice Uckmar all'Adnkronos-. Anche se mi limito a leggere i titoli sui giornali, mi rendo conto della situazione e seguo gli sviluppi piu' recenti''.
''Quando presiedevo la Commissione di vigilanza sulle societa' -dice ripensando al ruolo ricoperto in ambito federale- mi preoccupavo dello squilibrio tra le squadre che potevano contare sui soldi dei mecenati e quelle che consideravo 'poverette'''.''Suggerivo l'introduzione di un limite al numero dei giocatori tesserabili, non tanto un tetto agli ingaggi. Il numero chiuso dei tesseramenti avrebbe potuto calmierare il mercato, con un aumento dei giocatori disponibili sul mercato -spiega ancora-. Ci sarebbe stato un incremento dell'offerta di atleti rispetto alla domanda. Mi diedero retta? No, evidentemente non era una proposta interessante...''.
Nelle ultime settimane, come in ogni estate condita da scandali e inchieste, decine di societa' italiane hanno ricevuto la visita della Guardia di Finanza che ha acquisito documenti relativi in particolare ai rapporti tra calciatori e procuratori. ''Bene, molto bene'', e' la prima reazione del fiscalista. ''E' sempre opportuno effettuare controlli e, in qualsiasi ambito, evitare situazioni che disturbano i contribuenti'', dice.
Nelle operazioni di compravendita, soprattutto in ambito internazionale, la trasparenza e' una caratteristica non sempre presente.
Si potrebbe pero' procedere per gradi e partire da provvedimenti che potrebbero essere attuati con relativa facilita'.
''Nel calcio si parla di ingaggi netti e di cifre lorde. Se le retribuzione e' 100 e l'imposta e' 30, la ritenuta dovrebbe essere operata su 130'' Nel calcio del XXI secolo, il destino dei calciatori viene deciso spesso da fondi che possiedono in parte, o totalmente, i cartellini degli atleti. La Lazio, ad esempio, ha faticato per 'liberare' il brasiliano dal controllo di un fondo inglese. ''E' una situazione scandalosa? I calciatori vengono ridotti in una sorta di schiavitu'? In un mondo in cui ci sono i cosiddetti derivati, che hanno un valore pari a 11 volte quello del Pil mondiale, non c'e' piu' nulla che mi scandalizzi...''. (Gro/Ct/Adnkronos)
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