«Bisogna fare un ragionamento sul numero delle partite e degli impegni. Quando si parla di sosta invernale, però, noi veniamo indicati come quelli che vogliono fare più vacanze». Damiano Tommasi, presidente dell'Associazione italiana calciatori (Aic),
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Tommasi: “Bisogna riflettere sul numero delle partite”
«Bisogna fare un ragionamento sul numero delle partite e degli impegni. Quando si parla di sosta invernale, però, noi veniamo indicati come quelli che vogliono fare più vacanze». Damiano Tommasi, presidente dell’Associazione italiana...
accende i riflettori sulla necessità di valutare il peso di un calendario troppo fitto. Il tema torna d'attualità dopo la tragica scomparsa di Piermario Morosini, il centrocampista del Livorno deceduto sabato nel match di Serie B sul campo del Pescara. «La tutela della salute del calciatore si può migliorare. La tutela della salute di ogni lavoratore merita attenzione. Con un calendario così fitto, i rischi di infortuni aumentano», dice Tommasi a 'Radio anch'io sport', su Radio1. «Il calcio d'elite è sicuramente un passo avanti rispetto a molti paesi d'Europa. Ogni 6 mesi sono previste visite obbligatorie, in altre nazioni non è così. Siamo all'avanguardia, i controlli antidoping vengono eseguiti in maniera assidua. Sicuramente bisogna lavorare molto per quanto riguarda il calcio di base», afferma ancora. «Si fa fatica a percepire dall'esterno quanto sia importante la valutazione del ritmo degli impegni -aggiunge Tommasi-. Al di là delle rose ricche, i giocatori più importanti scendono in campo praticamente sempre. Certo, è triste pensare che serva un evento tragico per aumentare l'impegno in questo ambito»
«La morte di Piermario va ricondotta al tema della prevenzione e dei controlli, degli interventi per la tutela della salute. Tali aspetti vanno valutati con attenzione e l'Associazione calciatori lo sta facendo», spiega ancora il numero 1 dell'Aic. La scomarsa di Morosini «è un evento che fa riflettere, solo con il tempo riusciremo a farcene una ragione e a comprendere. Ora prevale il senso di impotenza per la morte improvvisa di un giovane di 25 anni. Si va allo stadio o si accende la tv per assistere ad uno spettacolo sportivo, invece ci si trova davanti a una scena del genere». «Non ho visto trasmissioni sportive in questo fine settimana, si fa fatica a seguire l'informazione -dice ancora-. Ho avuto contatti diretti con il Livorno e mi è bastato per avere un quadro della situazione»
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