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Tifoso aggredito da poliziotto, l'Espresso riapre l'inchiesta

Un tifoso del Brescia ridotto in fin di vita dagli agenti di polizia, massacrato a manganellate e poi in coma dal quale si risveglia miracolosamante. Ed ancora: verbali falsi e bugie per coprire i colpevoli. E alla fine è una poliziotta, un...

Redazione

Un tifoso del Brescia ridotto in fin di vita dagli agenti di polizia, massacrato a manganellate e poi in coma dal quale si risveglia miracolosamante. Ed ancora: verbali falsi e bugie per coprire i colpevoli. E alla fine è una poliziotta, un commissario, che vincendo omertà e depistaggi indaga e porta i responsabili a processo.

È in sintesi la cronaca di una inchiesta del settimanale l'Espresso che racconta di un pestaggio avvenuto il 24 settembre del 2005 a Verona, dopo una trasferta del Brescia. Il processo dovrebbe cominciare domani a Verona dopo un rinvio a giudizio seguito a due richieste di archiviazione perchè il pm sosteneva che i caschi impedivano di riconoscere gli agenti picchiatori. Vittima del pestaggio è Paolo Scaroni, oggi 34 anni e il 100 per 100 di invalidità civile. È ancora intubato - racconta l'Espresso - quando, alla fine del 2005, comincia a raccontare tutto a una poliziotta, che ha il coraggio di aprire un'inchiesta sui colleghi. La commissaria indaga in solitudine. Scopre verbali truccati. Testimonianze insabbiate. Filmati spariti. Poi altri poliziotti rompono l'omertà e confutano le relazioni ufficiali di un dirigente della questura. Alla sbarra ci sono otto poliziotti. «La mia storia Š simile a quella di Federico Aldovrandi, Gabriele Sandri, Stefano Cucchi, Carlo Giuliani - dice Scaroni - la differenza è che io sono ancora vivo e posso parlare».