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Stadi di proprietà, aveva ragione Lotito? Gli impianti verranno affiancati da veri e propri quartieri residenziali

(ilcatenaccio.es – N.Santarelli) Nuovi stadi in arrivo in Italia. È questa l’intenzione del Governo che, attraverso un emendamento alla legge di stabilità, mira a semplificare le procedure per la realizzazione dei nuovi tempi del pallone.

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(ilcatenaccio.es - N.Santarelli)Nuovi stadi in arrivo in Italia. È questa l’intenzione del Governo che, attraverso un emendamento alla legge di stabilità, mira a semplificare le procedure per la realizzazione dei nuovi tempi del pallone. Accanto ai nuovi stadi di proprietà potranno, inoltre, sorgere “insediamenti edilizi” ovvero dei veri e propri quartieri. L’emendamento sarà a breve al vaglio del parlamento con l’esecutivo intenzionato a blindarlo ponendo la fiducia. Dunque non potrà essere messo in discussione dalla maggioranza nonostante la contrarietà di alcuni esponenti del Partito Democratico che denunciano: “Così si favoriscono le speculazioni”.

L’emendamento arriva pochi giorni dopo la visita del presidente del consiglio Letta al Coni. Il premier ha rispettato l’impegno preso con il presidente del Malagò. La legge sugli stadi avrebbe richiesto per l’approvazione troppo tempo e per questa ragione l’ostacolo è aggirato con questo emendamento. Tra poco le società di calcio che vorranno e avranno i soldi potranno in tempi brevi realizzare il loro impianto. L’Italia si sta per mettere al passo, risorse permettendo, con gli altri paesi europei recuperando una gap sull’impiantistica sportiva, per varie ragioni, ventennale.

Ma perché il governo ai nuovi impianti consente di affiancare veri e proprio quartieri? Ragioniamo numeri alla mano: la realizzazione di uno stadio costa dai 300 ai 500 milioni di euro. Solitamente una parte di questi soldi viene messa dalla società di calcio e una parte da un main sponsor, come nel caso dell’Emirates Stadium dell’Arsenal o dell’Allianz Arena del Bayern Monaco, che in cambio riceve un grosso ritorno d’immagine con il nome dell’impianto. In Italia a questa cifra, già di per sé importante, va aggiunta una parte dei costi per la realizzazione delle opere infrastrutturali quali ponti, strade, ferrovie, metropolitane. Opere necessarie soprattutto nel caso di nuovi impianti come lo stadio che la Roma vuole realizzare a Tor di Valle.

È impensabile, infatti, che l’onore economico di queste imponenti opere ricada solo ed esclusivamente su comuni e regioni già alle prese con debiti da miliardi di euro.

La Roma, la Lazio, l’Inter, hanno ricavi stimati tra 100 e 140 milioni di euro all’anno. E non ci vuole certo un professore di economia per capire che con questi numeri lo stadio rimane un sogno. Se le società costruissero solo lo stadio di quanti anni avrebbero bisogno per ripagarselo? Lo Juventus Stadium, diciamolo subito, non può essere preso a riferimento perché il comune di Torino, concedendo il diritto di superficie sull’area alla Juve, ha agevolato, in modo legittimo per carità, la società bianconera. Area tra l’altro su cui sorgeva il Delle Alpi e dunque a livello di infrastrutture già pronta.

Tornando a noi, è vero che l’impianto di proprietà genera nuovi guadagni ma bisogna sempre tener conto che l’appeal delle nostre società non è paragonabile a quello del Barça, Real, Bayern, United e Arsenal che generano un vero e proprio turismo da stadio. Questo per dire che un nuovo impianto si può fare se si consente, proprio come nelle intenzioni del Governo, di affiancarlo e in parte ripagarlo con la realizzazione di insediamenti edilizi. Anni fa ci provò il presidente della Lazio Lotito. Gli risero tutti in faccia. Ora la politica ammette che è l’unica strada percorribile, numeri alla mano, per realizzare nuovi impianti. Bisognerà farsene una ragione…