Luciano Spalletti ha rilasciato una lunga intervista a Walter Veltroni sul Corriere della Sera dove ha trattato molti temi, uno dei quali il rappacificamento con Francesco Totti. Il ct azzurro ha trattato anche molti aspetti della sua vita privata. Questo un estratto delle sue parole al quotidiano
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Spalletti: “Abbracciare Totti è una liberazione, ho sempre voluto il bene della Roma”
Che segno le hanno lasciato i fischi dell’Olimpico il giorno dell’addio di Totti? Su questo giornale Francesco ha dichiarato affetto e stima per te e la volontà di chiudere quella parentesi che vi aveva separato.
“Quei fischi mi dispiacquero molto. Io ho sempre cercato di fare il bene della Roma, con la quale abbiamo fatto un bel gioco e ottenuto bei risultati. E ho cercato anche di fare il bene di Totti, che è stato uno dei più grandi giocatori del nostro calcio. Per me, riabbracciarlo è stato come una liberazione”.
Che obiettivo si pone per gli Europei?
“Non mi pongo limiti, dipende solo da quanto riusciremo a migliorare, in primo luogo dentro di noi. Ci sono tanti giovani che possono crescere, come Scalvini, Udogie e Scamacca. In attacco abbiamo Retegui, Kean, Raspadori e Immobile. Fammi dire che Chiesa è uno di quei giocatori che appartengono alla rara bellezza del calcio degli illusionisti. Calciatori come lui fanno la fortuna degli allenatori, ti regalano soluzioni che non esistono in nessuna mia lavagna. Le qualità dei calciatori di talento sono superiori alle indicazioni che un tecnico può darti”.
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