Non basta l'ok del ComitatoTecnicoScientifico sulla 'quarantena soft' (che stabilisce l'isolamento di un solo giocatore, se contagiato dal coronavirus): il governo infatti dovrà modificare il decreto legge attualmente in vigore dal 16 maggio 2020 per rendere valida questa possibilità. A parlarne è stato anche il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, su Rai 1: "Il Cts ha detto sì alle modifiche del protocollo a livello scientifico, però bisogna cambiare la norma, quella relativa ai 14 giorni di isolamento. O si fa un emendamento oppure bisogna cambiarla nel prossimo decreto legge. Cercheremo di arrivarci il prima possibile, ma in entrambi i casi non credo possa entrare in vigore dal 20 giugno. Ne discuterò con il presidente del Consiglio e con il ministro Speranza, abbiamo bisogno di un provvedimento che vada a modificare il decreto. Come tempi è più facile agganciarci al nuovo decreto legge”.
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Spadafora sul problema quarantena: “Serve nuova legge. Difficile entro il 20”
Il ministro dello Sport: "Ne discuterò con il presidente del Consiglio e con il ministro Speranza, abbiamo bisogno di un provvedimento che vada a modificare il decreto"
Spadafora ha poi commentato anche la situazione relativa alle partite in chiaro: "Siamo a buon punto, ho avuto disponibilità da tutti i soggetti. Se avessi avuto solo quella di Sky e non degli altri ci sarebbero problemi. Dobbiamo trovare delle forme che garantiscano un po' tutti. Ci sarà spazio per tutti. Questa cosa, se si fa, la si fa grazie alla consapevolezza di tutti, ovvero Sky, Rai, Mediaset, Dazn, di offrire un servizio importante in questo momento storico ai cittadini. È giusto che tutti possano farlo e nessuno paghi i danni di questa operazione. Quante partite saranno in chiaro? Credo probabilmente un paio"
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