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Serie A, Milan-Chievo 2-0

Con questa vittoria i rossoneri salgono a 11 punti in classifica, avvicinandosi al terzo posto.

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Tutto nel secondo tempo, il Milan supera il Chievo 2-0 e sale a 11 punti in compagnia di Sampdoria e Verona. Inzaghi non vinceva dal 14 settembre, da quel pazzo 4-5 al Tardini di Parma. Poi la sconfitta con la Juve e due pareggi in terra toscana. Oggi con il Chievo era la gara della verita' e alla fine i rossoneri rispondono con una vittoria e senza subire gol. Ed e' forse quest'ultimo dato quello a far piu' sorridere al tecnico rossonero. Inzaghi propende per il 4-3-3 che per paradosso, vincolando Bonaventura in mediana e Menez tutto a sinistra senza sbocchi, assume le parvenze di un modulo difensivo.

Dopo un primo tempo senza sussulti e con un Chievo che reclama anche un calcio di rigore per un pestone su Maxi Lopez, poco prima del riposo il tecnico rossonero aumenta il volume davanti e passa al 4-2-3-1. Il Milan vince alla distanza, per evidente superiorita' tecnica dei suoi attaccanti, anche se il vantaggio arriva per un tiro sporco di Muntari che beffa Bardi con una mortifera palombella. Il vantaggio viene poi legittimato dal raddoppio di Honda, che inventa una punizione con il sinistro. Lo stesso piede che aveva sofferto per tutta la gara, visto che Biraghi non gli concede un cross. Ma il giapponese, sembra ormai banale ripeterlo, e' un altro giocatore rispetto allo scorso anno e alla fine Inzaghi gli concede addirittura la standing ovation: miglior marcatore rossonero con 4 reti e anche oggi gara di sostanza e di qualita'.

Nei secondi 45' cresce anche Menez assieme a Bonaventura, lo stesso non puo' dirsi di Torres. Troppo solo nel primo tempo, nella ripresa avrebbe sul piede il gol del 2-0 ma lo divora sparando in curva. Lo sostituisce El Shaarawy e lo spagnolo regala anche una smorfia di disappunto a Super Pippo. Il tecnico rossonero alla fine fa di tutto per blindare la difesa e chiudere senza subire gol. E' la prima volta che accade al suo Milan, anche se dietro c'e' ancora tanto da lavorare. Sebbene convinca la coppia Alex-Rami, i due e lo stesso Muntari, dopo il vantaggio ne combinano di tutti i colori e Lazarevic e Meggiorini, appena entrati, per poco non gelano San Siro.