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Scontri Torino, Malagò: “Fare come la Thatcher”. Allegri: “La bomba carta è una sconfitta per l’Italia”

Gianni Infantino: "Deve essere una domenica da non dimenticare e da cui ripartire per escludere i violenti dal mondo del calcio". Marcello Lippi: "Da noi è permesso di tutto perché non si prendono provvedimenti"

Redazione

All'indomani dell'ennesima giornata di imbarazzo per il calcio italiano, rappresentanti delle istituzioni e personaggi di spicco hanno fatto sentire la loro voce. Condanne e proposte di cambiamento senz'altro giuste che vanno ascoltate con attenzione, filtrandole però attraverso l'ammonimento di Demetrio Albertini: «Non basta dire "basta"».

L'ultimo a commentare in ordine cronologico quanto accaduto ieri pomeriggio in occasione del derby di Torino è stato Massimiliano Allegri. Il tecnico della Juventus, davanti al pubblico del Samsung District nel giorno della presentazione dei nuovi spot della casa sudcoreana ambientati nello spogliatoio bianconero, ha dichiarato: "L'episodio della bomba carta rappresenta una sconfitta per l'Italia. Episodi come questi allontanano i bambini, ossia i giovani del futuro, dagli stadi e dal calcio"

Non poteva certamente rimanere in silenzio Giovanni Malagò. Il presidente del Coni ci va giù pesante: «Il mondo calcio deve dire: se per una bomba carta il codice procedura penale dice 3 mesi di sentenza, chi lo fa col calcio deve aggiungere un tanto in più per spiegare che serve un rimedio straordinario. Questa è la mia ricetta, le altre non sono servite a niente». Il riferimento è chiaramente a quanto accaduto ieri a Torino, dentro e fuori dallo stadi: «Le sanzioni del giudice sportivo non sono sufficienti a fare cambiare l'atteggiamento di alcuni signori - prosegue Malagò - Dobbiamo assolutamente andare in linea con le disposizioni legislative assunte dal governo Thatcher contro gli hooligans. Servono sanzioni fuori dall'ordinario. Altrimenti chi paga dazio è il Paese».

Da fonte Ansa arrivano anche le parole di Maurizio Beretta, presidente della Lega Serie A e presente oggi a Roma per partecipare al Consiglio federale della Figc. «Ormai è evidente che in questi casi non funziona la responsabilità oggettiva - ha detto - serve individuare i singoli responsabili e sanzionarli in maniera pesante sia sul piano sportivo, con Daspo anche a vita, sia sul piano strettamente penale». Sulla possibilità di promulgare delle leggi speciali, ha aggiunto: «Servono norme che consentano di non punire i tifosi per bene per le colpe gravi e inaccettabili di pochi. Il calcio e il tifo c'entrano pochissimo, sono usati a pretesto per delle manifestazioni che sarebbero inaccettabili dovunque, dentro e fuori qualsiasi impianto. Parliamo qui di atti criminali che vanno trattati e sanzionati come tali».

Marcello Lippi, allenatore della Juvents per 9 stagioni conosce bene la realtà torinese. La sua opinione a Radio Onda Libera è che «Per fermare certi atti così gravi serve l'applicazione di leggi severe come fanno in altri Paesi: da noi è permesso di tutto perché non si prendono provvedimenti. Tutti possono contribuire a creare la mentalità per favorire i comportamenti corretti. Ma ci vogliono innanzitutto le leggi da applicare in modo severo e rigoroso, come avviene in altri Paesi. Da noi purtroppo i responsabili vengono fermati e arrestati, poi il giorno dopo tornano liberi e si ricomincia. I delinquenti sono attratti dall'Italia perché nei loro Paesi i provvedimenti sono duri e vengono presi».

Del primo pomeriggio è l'intervento del segretario Uefa Gianni Infantino. Intervenendo durante la trasmissione radiofonica "La politica del pallone", il dirigente 'italo svizzero si è detto «profondamente triste. Deve essere una domenica da dimenticare ma una domenica da dove ripartire per escludere i violenti dal mondo del calcio». «Serve tolleranza zero nei confronti di coloro che entrano in uno stadio con delle bombe - ha poi aggiunto - In Inghilterra dal 2001 sono state escluse 19.000 persone e non ci sono più problemi. Bisogna rimboccarsi le maniche, riconoscere e isolare i violenti, arrestarli e mandarli in galera per un po' di tempo come si fa in altri paesi».

Intanto l'Ansa rende noto che il CODACONS (Coordinamento delle Associazioni per la Difesa dell'Ambiente e dei Diritti degli Utenti e dei Consumatori) ha annunciato un esposto un Procura contro il ministro dell'Interno Alfano, la prefettura e la questura di Torino per via di «omissioni o carenze che hanno consentito ai tifosi di introdurre bombe e materiali pericolosi all'interno dello stadio». In aggiunta a ciò la richiesta di «misure straordinarie» tra cui la chiusura degli stadi al pubblico per un anno.