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Scontri Coppa Italia, Gip: “Ha sparato De Santis, persona di natura incontenibile e violenta”

(Ansa) Il gip di Roma, nell’ordinanza che dispone l’arresto in carcere di Daniele De Santis, afferma che “allo stato della documentazione in atti, si ritiene individuato in De Santis l’autore dei colpi d’arma da...

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(Ansa) Il gip di Roma, nell'ordinanza che dispone l'arresto in carcere di Daniele De Santis, afferma che "allo stato della documentazione in atti, si ritiene individuato in De Santis l'autore dei colpi d'arma da fuoco". Il magistrato, a conferma di questo, cita la testimonianza di un testimone, un tifoso del Napoli.

"Attendibile - scrive il Gip - appare la dichiarazione del testimone il quale riferiva di aver visto con certezza la scena e di essere sicuro che l'uomo che aveva sparato era lo stesso che veniva picchiato dai tifosi del Napoli e che veniva poi identificato in Daniele De Santis".

Lo stesso testimone parla inoltre di altre tre persone con indosso il casco presenti sulla scena degli incidenti. Dagli interrogatori di garanzia di ieri, ricorda il giudice, "e' emerso che Ciro Esposito era accanto ad Alfonso Esposito quando quest'ultimo si e' posto all'inseguimento di De Santis 'per regolare i conti'", dopo che l'ex ultra' della Roma aveva provocato i tifosi napoletani lanciando fumogeni contro i pullman che li stavano trasportando allo stadio.

L'ex ultra' della Roma, Daniele De Santis, mostra una "natura incontenibile e specialmente violenta" e "la comprovata incapacita' a misurare la gravita' delle proprie azioni" . E' quanto scrive il gip di Roma, Giacomo Ebner, nell'ordinanza di arresto in carcere per l'autore della sparatoria nel pre-gara di Coppa Italia.

Riferendosi a De Santis il giudice scrive, inoltre, che presenta "un generale atteggiamento di sfida nei confronti dell'ordinamento e delle sue regole".

Una comportamento che fonda, nel giudice, "il convincimento che ogni altra misura, al di fuori della custodia cautelare in carcere, risulti inadeguata". Per il gip la misura cautelare in carcere e' legata all' esigenza di evitare che "possano essere commessi reati dello stesso tipo di quello contestato" e per la "violenza della condotta, la futilita' dei motivi dell'azione, l'assoluta mancanza di controllo e la totale incapacita' di ponderazione della misura e del senso del pericolo per se' e per gli altri". Il giudice, infine, fa riferimento alla "manifesta tendenza" di De Santis a farsi "giustizia da se' e i gravi, reiterati e specifici precedenti penali e carichi pendenti".