"Una vittoria senza merito non è una vittoria". E poi: "Da noi importa vincere con furbizia e arte di arrangiarsi. E' per questo che non si va avanti, non è una questione di soldi": così un Arrigo Sacchi a ruota libera e senza peli sulla lingua ha parlato di calcio e di calciatori, di piccole e grandi squadre, di uomini veri e primedonne, in un dibattito all'Immaginario Festival di Perugia, con Gianni Mura e Giuseppe Smorto.
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Sacchi: “In Italia importa vincere con furbizia. Zeman genio, Conte troppo tattico”
A ruota libera e senza peli sulla lingua l'ex Ct ha parlato di calcio e di calciatori, di piccole e grandi squadre, di uomini veri e primedonne, in un dibattito all'Immaginario Festival di Perugia, con Gianni Mura e Giuseppe Smorto
Idee forti, quelle di Sacchi, e sentenze spesso lapidarie. Balotelli?"Un calciatore, non un giocatore, perché il giocatore è uno che si muove con la squadra".
Il Real Madrid degli assi di qualche anno fa, quando Sacchi ne era il direttore sportivo? "Un film senza trama".
E se Zeman per Sacchi è "uno dei pochi geni del calcio italiano ", Conte pecca di eccessivo tatticismo, specialmente in Europa dove "non puoi concedere un giocatore".
Passando agli assi, Maradona è quello che avrebbe voluto allenare perché "è una specie di spada di Damocle, e non sai mai quando ti colpirà", e tra Messi e Cristiano Ronaldo "vince chi è più supportato dalla squadra".
Poi il mister del Milan stellare dei primi anni berlusconiani si è tolto alcuni sassolini dalle scarpe. Circa la sua presunta diffidenza per i numeri 10, per esempio, che l'opinione comune ritiene siano stati da lui sacrificati all'organizzazione di gioco: i grandi giocatori - ha fatto notare - hanno avuto i maggiori riconoscimenti proprio quando lui li allenava, come Gullit e Van Basten nel Milan, e anche Baggio nella nazionale.
Il calcio per Sacchi "è uno sport di offesa, ma devi attaccare con un gruppo omogeneo", e se è vero che "se la palla la gioca Ancelotti o Colombo non è la stessa cosa, è anche vero che il movimento di Colombo aiuta Ancelotti a giocare meglio". Nel calcio italiano per Sacchi manca proprio la tecnica collettiva, non quella individuale, e quello che serve è sviluppare "la tecnica di gioco, non quella da circo". Conclusione, pensando al pallone tricolore: "saremo sempre post-datati se non capiremo che questo è uno sport di squadra".
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