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Resp.Greenpeace: “Volevamo colpire l’attenzione mediatica. Abbiamo agito senza autorizzazione”

Ha fatto scalpore l’iniziativa realizzata da Greenpeace durante la finale di Coppa Italia, tenutasi domenica sera allo Stadio Olimpico di Roma.

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Ha fatto scalpore l’iniziativa realizzata da Greenpeace durante la finale di Coppa Italia, tenutasi domenica sera allo Stadio Olimpico di Roma.

Eludendo ogni tipo di controllo, quattro attivisti dell’organizzazione hanno infatti ribadito il loro no al nucleare appendendo sulla copertura dello stadio uno striscione che recitava “da Milano a Palermo FERMIAMO IL NUCLEARE”.

 

Ecco quanto detto da Salvatore Barbera, responsabile campagna nucleare di Greenpeace: Come è stato possibile per i quattro attivisti superare varchi e tornelli, eludendo tutti i controlli di Stewart e Polizia portando all’interno dello Stadio uno striscione grande così? “Questi - spiega a LaRoma.net - sono i segreti del mestiere e non possiamo di certo rivelarli. Però ci siamo riusciti ed una cosa è certa, il tutto si è svolto senza alcun permesso e autorizzazione".

Dott. Barbera è la prima volta che Greenpeace porta avanti un’azione simile nel mondo del calcio?

“In questa forma è stata la prima volta. C'è stato qualcosa in Francia in una manifestazione tennistica dove, tra i vari sponsor, figurava anche quello di un'azienda produttrice di energia nucleare. A memoria credo proprio che quella di domenica sia stata la prima volta di una simile incursione nel mondo del calcio... soprattutto considerando la portata dell’evento”.

Come mai avete scelto proprio la finale di Coppa Italia?

“Ovviamente, volevamo mandare un messaggio a tutta la popolazione. Questo perché gli italiani stanno per essere derubati di un loro diritto che è quello di poter scegliere sul referendum del nucleare. Abbiamo scelto il calcio perché è uno sport popolare di largo seguito e visto che non ci hanno dato altri spazi…”

Cioé?

"Sul referendum c'è scarsa comunicazione nei media tradizionali, soprattutto in Rai dove se ne sta parlando pochissimo. Per esempio gli spot istituzionali, che per legge dovrebbero essere garantiti a partire da 45 giorni prima del voto referendario, non sono ancora in onda e allora c’è venuto in mente di andare noi alla Rai per prenderci quegli spazi che ci vengono negati”.

Intanto i quattro attivisti sono stati fermati, denunciati, sottoposti a daspo e ad uno è stato addirittura dato il foglio di via... Vi aspettavate una simile reazione?

“Ovviamente quando facciamo le nostre azioni mettiamo sempre in conto delle possibili conseguenze legali. Ci prendiamo i rischi in prima persona perché crediamo nelle nostre idee e nelle campagne che portiamo avanti... La reazione forse è stata esagerata perché la manifestazione, come hanno visto tutti, è stata assolutamente pacifica. Inoltre abbiamo preso tutte le precauzioni volte a tutelare la sicurezza dei nostri attivisti e degli spettatori presenti allo stadio. Abbiamo lavorato in completa sicurezza e grande professionalità. Il caso più preoccupante è senza dubbio quello legato al ragazzo che per tre anni non potrà più tornare a Roma e visto che parliamo della Capitale è un problema non di poco conto. Per quest’ultimo faremo sicuramente ricorso e vedremo cosa ci verrà riconosciuto dal giudice”.

Certo che se al posto di Greenpeace ci fosse stato qualcun altro mosso da intenti non proprio pacifici... Che idea vi siete fatti?

“E' una domanda difficile, non sta a noi giudicare. Credo che qualcuno in Questura si sia posto questo interrogativo”.

Cosa si sente di dire alla gente?

“Noi abbiamo voluto lanciare un segnale anche a tutti quelli che, magari, non sono informati su questa tipologia di argomenti. Il messaggio che voglio ribadire è quello che tutta Italia deve andare a votare... per l'appunto “Da Milano a Palermo” come recitava lo striscione. Bisogna creare una grossa mobilitazione per portare i cittadini al voto il 12 e 13 giugno, perché ci stanno togliendo la possibilità di informare. Ci stanno togliendo il referendum e solo le persone possono bloccare il ritorno del nucleare in Italia”.