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Pg. Marini: “I rapporti tra calcio e criminalità organizzata sono diventati sempre più stretti, soprattutto quelli con la tifoseria ultras”

Il calcio "E' un grande business - ha detto il procuratore generale all'apertura dell'anno giudiziario - Una potentissima arma di consenso e di coesione sociale, elementi di cui la criminalità è alla costante ricerca"

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Per come si era chiuso il 2014 a Roma, con lo scandalo di Mafia Capitale, era inevitabile che la città Eterna finisse sotto i riflettori della magistratura anche all'apertura del nuovo anno giudiziario. Oggi, durante la cerimonia annuale presso la Corte Suprema di cassazione, l'expm Antonio Marini l'ha voluto rendere chiaro: "La drammatica congiuntura economico-finanziaria ha finito per agevolare il diffondersi della criminalità organizzata nel Lazio e in particolare a Roma".

Il procuratore generale si è detto preoccupato per la crescente infiltrazione della criminalità organizzata nel mondo del calcio, polo di attrazione di una grande quantità di denaro, e per questo decisamente appetibile. Il calcio "E' un grande business - ha detto Marini - Una potentissima arma di consenso e di coesione sociale, elementi di cui la criminalità è alla costante ricerca". Punto di congiunzione tra malavita e pallone, sarebbero gli ultras. "Negli ultimi anni i rapporti con la criminalità organizzata sono diventati sempre più stretti e connotati di ambiguità, soprattutto quelli con la tifoseria degli ultras".

Uno esempio di questo legame, a detta di Marini, sarebbe stato offerto lo scorso maggio, in occasione della finale di coppa Italia, con l'omicidio di Ciro Esposito per mano di Daniele De Santis, e la salita alle luci della ribalta di Gennaro De Tommaso, portavoce degli ultras con i quali i giocatori si sono trovati a discutere circa lo svolgimento o meno della partita.