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Nazionale, Abodi conferma: “A febbraio ci sarà uno stage”

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Le sue parole: "Alla fine è interesse comune che gli azzurri vadano ai mondiali, anche per i club"
Redazione

Andrea Abodi, Ministro per lo sport e i giovani, ha rilasciato un'intervista ai microfoni di Radio Anch’io Sport nella quale ha parlato della Nazionale con particolare focus sul possibile stage prima dei playoff: "Penso proprio di sì, a febbraio ci sarà questo stage. Alla fine è interesse comune che gli azzurri vadano ai mondiali, anche per i club. Al di là delle polemiche sono convinto che si troverà un'intesa. Anche se gli altri lo fanno con un approccio diverso, noi abbiamo questa capacità di metterci i bastoni tra le ruote da soli". Queste le prime parole di Abodi che ha poi proseguito parlando dell'Europeo del 2032 che si dovrebbe svolgere in Italia e in Turchia: "Perdere gli Europei del 2032 è un rischio che non si corre, non capisco perché c'è questa capacità di far partire allarmi che non rappresentano la realtà. Saremo pronti per settembre 2026 per fare in modo che la Federazione indichi alla Uefa cinque stadi. Tre ci sono, due si aggiungeranno sulla base di una competizione tra tutti i candidati. È stata chiusa la stagione del prendere atto che gli stadi italiani non siano all'altezza di quelli internazionali, c'è un commissario straordinario che abbiamo nominato, c'è un portafoglio finanziario configurato con il ministro Giorgetti per il fondo equity. Stiamo mettendo in campo un'operazione di sistema, ognuno sarà messo nella condizione di superare le pastoie della burocrazia e di avere supporti finanziati non a fondo perduto ma con investimenti che lo Stato farà in tutti progetti stadio". Il Ministro ha infine concluso con un pensiero relativo alla presunta assenza di talento nel calcio italiano: "Tutte le altre discipline dimostrano che abbiamo talento, strano che nel calcio faccia fatica ad emergere. Viene dato poco spazio ai giovani italiani, non possiamo cambiare tutto da qui a marzo, ma dobbiamo fare un esame di coscienza e da un lato dobbiamo presidiare l'obiettivo immediato, dall'altro programmare il futuro. Credo che negli ultimi 20 anni il calcio abbia sacrificato il talento, con il pallone abbiamo un rapporto non sempre familiare. Musa e Bobb, che hanno 20 anni e poco più, hanno un rapporto che noi facciamo fatica a sviluppare, forse il modello tecnico va rivisto".