Nella settimana in cui la non esultanza di Gokhan Inler contro il Napoli ha fatto scalpore, c'è chi, invece, contro la squadra del suo cuore, se dovesse segnare, ha già detto che non avrebbe problemi a festeggiare, anzi.
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Moscardelli contro la “sua” Roma: “Se segno esulto”
Nella settimana in cui la non esultanza di Gokhan Inler contro il Napoli ha fatto scalpore, c’è chi, invece, contro la squadra del suo cuore, se dovesse segnare, ha già detto che non avrebbe problemi a festeggiare, anzi.
Questi è l'attaccante del Chievo, Davide Moscardelli, sin da piccolo tifosissimo giallorosso: "Oddio, non esulterei come ho esultato per il primo gol in serie A, contro il Catania, alla prima giornata - ha detto al Corriere Veneto, il centravanti romano -. Ma una cosa è sicura: non chiederei scusa, anche per rispetto verso i tifosi del Chievo, con tutti quei chilometri di trasferta sulle spalle per venirci a vedere...". La vita gli riserva questo incrocio romantico all´età di trentun anni. E ne sono passati tanti, ormai 20, dalla sua prima volta nel tempio romanista: "Era il 23 maggio 1991, ottantamila persone, tra cui io e mio padre, per la gara d´addio di Bruno Conti". Tanti anni fa ormai. Giusto, quindi, pensare al presente ed alla salvezza del Chievo: "Sarebbe una grandissima soddisfazione per me condurre la squadra il prima possibile verso la tranquillità. Penso che contro la Roma sarà una partita molto simile a quella di San Siro con l´Inter. Loro sono un po´ in difficoltà, noi vogliamo giocare palla senza fretta né paura, reggere bene in difesa e sfruttare la minima occasione là davanti".
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