Ha quasi cento anni e non li dimostra la nazionale brasiliana che stanotte contro la Colombia, gioca la partita numero mille della sua storia. Simbolo di allegria, brillantezza e gioventù: soprattutto di bel gioco, la selecao tocca un traguardo storico. Mille giorni di te (il pallone) e di me (lo spettacolo di quelle maglie verdeoro). Tutto cominciò il 21 luglio 1914 con la prima partita della selecao giocata contro gli inglesi dell'Exeter City, una squadra dell'allora terza divisione vinta dai brasiliani per 2-0 (la divisa dei brasiliani era bianca con un pò di blu).
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Le mille volte del Brasile. Calcio celebra la favola
Ha quasi cento anni e non li dimostra la nazionale brasiliana che stanotte contro la Colombia, gioca la partita numero mille della sua storia.
In Europa il calcio era già uno sport radicato, eppure in pochi anni il Brasile ha ridotto il gap e superato gli europei, diventando la nazionale di calcio più titolata del mondo, grazie ai cinque titoli mondiali vinti (1958, 1962, 1970, 1994, 2002) ed è l'unica nazionale ad aver partecipato a tutte e 19 edizioni dei mondiali, oltre ad avere vinto per otto volte la Coppa America, tre Confederations Cup, tre argenti (1984, 1988, 2012) e due bronzi (1996, 2008) alle Olimpiadi. Se gli inglesi hanno inventato il calcio, i brasiliani l'hanno perfezionato è un detto comune, ed in effetti nella storia del calcio c'è tanto Brasile. Estro e passione sono il comun denominatore del calcio brasiliano. La passione per la nazionale è grandissima con un seguito impressionante.
Grande entusiasmo per le vittorie ma anche grande patos nelle sconfitte, come quella nella finale dei Mondiali del 1950 giocata al Maracanà contro l'Uruguay e passata alla storia come 'O Maracanaço, il disastro del Maracanà. Al fischio finale che sancì il successo, a sorpresa, dell'Uruguay, decine di tifosi vennero colti da infarto, alcuni si suicidarono lanciandosi dagli spalti. Alla fine si contarono 34 suicidi e 56 morti per infarto. Una tragedia nazionale tanto che furono proclamati tre giorni di lutto nazionale. Al di là dei titoli i più grandi di sempre sono brasiliani, da Pelè (il calciatore del secolo e Patrimonio storico-sportivo dell'umanità. Top scorer della Nazionale brasiliana con 77 gol e tre Mondiali in bacheca 1958, 1962 e 1970), a Neymar, da Garrincha (considerato il miglior dribblatore di sempre nonostante un difetto fisico di non poco conto con sei centimetri di differenza tra una gamba e l'altra) a Nilton Santos,(17 anni in verdeoro dal 1945 al 1962) da Romario a Ronaldo, da Gilmar a Romario, da Zico a Ganso, da Rivelino a Socrates da quasi cento anni il Brasile incarna l'essenza del calcio spettacolare, della passione, dell'estro. Il primo Mondiale brasiliano è del 1958 (in Svezia) e coincide con l'era Pelè, all'epoca diciassettenne che mise a segno proprio in finale di un gol definito tra i più belli di tutti i tempi. Il dominio verdeoro ai mondiali continua nel 1962 in Cile.
Pelè s'infortuna e viene sostituito da Garrincha. il mondiale numero tre il Brasile lo vince in Messico battendo in finale l'Italia 4-1, Pelè gioca la sua ultima finale mondiale, in quella squadra c'erano anche Carlos Alberto, Jairzinho, Tosto, Gerson e Rivelino. Nel 1982, ai mondiali di Spagna, la nazionale brasiliana è strafavorita ma viene eliminata al secondo turno dall'Italia (che poi vincerà il titolo) grazie alla tripletta di paolo Rossi. Venti anni di digiuno poi nel 1994 il Brasile torna in cima al mondo vincendo i mondiali americani ai rigori contro l'Italia di Arrigo Sacchi. Il quinto mondiale, quello del 'Pentacampeaò, arriva nel 2002, in Corea del Sud-Giappone con la vittoria in finale contro la Germania con una doppietta di Ronaldo.
FONTE corrieredellosport.it
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