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L’Avversario: il Chievo di Maran

Meno appariscenti del Sassuolo, ma come gli emiliani anche i clivensi hanno disputato un campionato di livello con prestazioni costanti. E il tecnico sta attirando l'attenzione di club più titolati

Redazione

Se la Juventus ha vinto lo scudetto, il Chievo ha vinto lo “scudetto delle provinciali”. Nonostante la compagine veneta si trovi dietro al Sassuolo, la sottile differenza con la società emiliana, infatti, è che il Chievo è stata molto più costante degli emiliani, conquistando un ottimo risultato senza squilli di trombe. Il merito è di una società ben organizzata, che ancora una volta ha saputo scegliere bene il suo allenatore, Rolando Maran.

Quest’ultimo, che allena il Chievo dal novembre del 2015, ha svolto un ottimo lavoro e finalmente inizia ad essere notato anche da qualche club più titolato. Le ultime voci di mercato, infatti, lo vedrebbero alla guida della Fiorentina, una squadra che sabato scorso è stata bloccata sullo 0-0. Il motivo per cui Maran inizia ad essere preso in considerazione è banale: il tecnico trentino, infatti, non è un cosiddetto “allenatore da immagine”, e non ha un palmares di tutto rispetto ai tempi in cui giocava a pallone. La sua più grande qualità è, secondo chi scrive,  la riservatezza. E ovviamente quella di essere un grande lavoratore. Il suo merito è quello di saper adattare il gioco alla rosa che ha a disposizione.

A Catania, dove già si era distinto, Maran usava il 3-4-3, mentre a Verona ha deciso di giocare col 4-3-1-2. La squadra è ben collaudata, a cominciare dal portiere Bizzarri, dai difensori Gamberini, Cesar, Dainelli e Frey, (fermi per infortunio), dai centrocampisti Hetemaj, Castro, Birsa, Radovanovic e Izco. A questi giocatori si sono aggiunti il centrocampista romano, ma di fede laziale Pinzi, l’esterno sinistro Gobbi, gli attaccanti Inglese e Floro Flores, ma soprattutto Simone Pepe, cresciuto nella Roma, che all’andata realizzò il gol del definitivo pareggio (3-3), inaugurando la tecnologia di porta: il pallone, infatti, aveva varcato la linea di porta dopo aver sbattuto sul palo, ma la respinta di Szczesny aveva tratto in inganno l’arbitro e, tanto per cambiare, l’addizionale.

Nel Chievo esiste anche un “mini Francesco Totti”, Pelissier. L’attaccante valdostano gioca con i gialloblu dal 2000, salvo un anno e mezzo di prestito alla Spal dal gennaio 2001 al 2002, ed è il beniamino del pubblico. Non sarà un campionissimo, ma se non ci fossero stati tanti giocatori stranieri oggi Pelissier avrebbe vestito la maglia di qualche squadra più importante. Un vero peccato, per questo ragazzo che è il simbolo di un calcio di altri tempi. Speriamo che nei prossimi anni ci siano altri giocatori come Pelissier, e Totti: il calcio ha bisogno anche di queste belle storie.

GLI ULTIMI PRECEDENTI A ROMA

Lo scorso anno la Roma batté il Chievo 3-0 con reti di Destro al 4’, Ljaic al 25’ e tris definitivo di Totti su rigore al 34’. L’ultima vittoria del Chievo all’Olimpico è avvenuta nella stagione 2012-2103: finì 0-1, con rete di Theureau al 90'. L'ultimo pareggio conseguito dai veneti risale al campionato 2008-2009: finì 0-0 con una Roma che dovette fare i conti con le parate di Sorrentino. La formazione giallorossa, anche allora allenata da Spalletti, stava disputando un campionato deludente e quel pomeriggio subì la contestazione della Curva Sud, che aveva organizzato un torneo di calcetto tra i gruppi organizzati fuori dai cancelli per poi entrare l'ultimo quarto d'ora. Molti addetti ai lavori sostennero anche che quel caldo pomeriggio di primavera, 3 maggio 2009, era finito il primo ciclo di Spalletti alla guida dei giallorossi, ma il tecnico di Certaldo rimase a Roma fino alla seconda giornata di campionato dell’anno successivo. Nessuno, però, avrebbe mai immaginato che un giorno Spalletti sarebbe tornato e che a differenza di sette anni fa, il Chievo potrebbe essere l’inizio definitivo di un secondo ciclo, magari più vincente di quello precedente.

Alberto Balestri