Sorridente, sognatori, portatori di speranze ed entusiasmo. In una parola sola: americani. E ci sarà un motivo se il “Dream” più famoso sia proprio quello “American”, e se tre parole come “Yes, we can” hanno sedotto il mondo. Come cantava Dalla però per i club di calcio europei “l’America è lontana, dall’altra parte della luna”. E negli ultimi 5 anni ha subito una sonora sconfitta da parte dei concorrenti arabi e asiatici. Lo dicono i fatti.
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L’American Dream mancato del calcio europeo
Questi i club che sono diventati "americani" negli ultimi 5 anni: Liverpool, Aston Villa, Sunderland, Southampton, Bologna e Roma. Il palmares complessivo è misero: una coppa di Lega inglese per i Reds. Nel resto del mondo si fa fatica a contare...
CLUB “AMERICANI” - In Europa sono 5 i club in massima serie che gli americani hanno “acquistato” nelle ultime 5 stagioni: Liverpool, Aston Villa, Sunderland, Southampton, (il cui presidente però è il canadese naturalizzato tedesco Ralph Krueger), il Bologna di Saputo e appunto la Roma. Il palmares complessivo è misero: una coppa di Lega inglese del Liverpool che il 18 maggio giocherà la finale di Europa League contro il Siviglia. Il club di Anfield è americano da cinque anni, acquistato dall’imprenditore televisivo americano Tom Werner, possessore di una franchigia americana (la squadra di baseball dei Boston Red Sox), ma un periodo così nero a livello di risultati l’ha vissuto solo a metà anni 90’. Ancora peggio è andata alle altre: l’Aston Villa americana dal 2006 con Randy Lerner è retrocessa dopo 28 anni in Championship; il Sunderland di Ellis Short galleggia sempre a metà classifica e il Southampton dopo un buon inizio si accontenterà della qualificazione in Europa League. La Roma di Pallotta anche è a zero trofei, ma almeno può vantare tre qualificazioni in Champions (una probabilmente ai preliminari). Ci sarebbe infine il Manchester United della dinastia Glazer che però è a capo del club (tra le proteste dei tifosi più accesi) da oltre 10 anni e - tra debiti e ingaggi faraonici - che ha vinto negli ultimi 5 “solo” 1 Premier nel 2012 e 1 Charity. Poco considerando che i Red Devils hanno vinto 8 campionati tra il 1992 e il 2003.
RESTO DEL MONDO - E il resto del mondo? Facciamo fatica a contare i titoli. Sono 10 i club con proprietà straniera. In Premier c’è in prima fila il miracolo Leicester di Ranieri di proprietà del thailandese Vichai Raksriaksorn dal 2010 che ha vinto qualcosa in più di un semplice scudetto. Di seguito l’Arsenal con presidenza inglese, ma partecipazioni azionarie nella proprietà dei magnati Stan Kroenke (Stati Uniti), Alisher Usmanov (Russia) e Farhad Moshiri (Iran): due coppe d’Inghilterra e due Charity Shield. Poi il Chelsea del magnate Abramovic che negli ultimi 5 anni ha messo in fila: 1 Premier, 1 Champions, 1 Europa League, 1 Fa Cup e 1 Coppa di Lega. Infine il Manchester City, dal 2008, è guidato da Mansur bin Zayd Al Nahyan con presidente Khaldoon Al Mubarak (Emirati Arabi Uniti): 2 Premier, 2 coppe di Lega e 1 Charity. Se ci spostiamo in Francia il dominio arabo diventa ancora più forte. Il Psg presieduto da Nasser Ghanim Al-Khelaïfi, imprenditore ed ex tennista qatariota, ha vinto 4 scudetti e altrettante coppe nazionali. A completare il quadro il Monaco di Dmitrij Rybolovlev, che nel dicembre 2011, ha acquisito circa il 66% del club, formazione all’epoca militante nella Ligue 2, e grazie a un ulteriore dispendio di ingenti somme di denaro, lo ha portato a giocarsi i quarti di finale di Champions. Infine: il Malaga di Al Thani, il Valencia di Singapore, l’Inter di Thohir e l’Hull City del gruppo anglo-egiziano The Allam Family.
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