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La Lega vara il codice etico per provare a salvare i club

(corsera – F. Monti) – Questa volta la «richiesta» è stata rispedita al mittente ed è uscita sconfitta dall’assemblea della serie A la linea di chi chiedeva una nuova definizione della responsabilità oggettiva,

Redazione

(corsera – F. Monti) - Questa volta la «richiesta» è stata rispedita al mittente ed è uscita sconfitta dall’assemblea della serie A la linea di chi chiedeva una nuova definizione della responsabilità oggettiva,

il principio che sta alla base dell’ordinamento sportivo non solo italiano, ma mondiale, applicato anche dalla Fifa. Atalanta, Bologna, Cesena, Genoa, Lecce, Novara e Parma (il Siena aveva annunciato la propria astensione) hanno trovato un difensore d’ufficio in Claudio Lotito, che ha molto insistito perché, in caso di condanna per il calcioscommesse per responsabilità oggettiva, i club si preparassero a rivolgersi direttamente alla magistratura ordinaria. Invece, a maggioranza, l’assemblea si è pronunciata per la conferma delle regole ora in vigore.  Le novità, semmai, potranno riguardare la prossima stagione. Ha spiegato il presidente Beretta: «Abbiamo previsto l’adozione del decreto legislativo 231 del 2001, individuando alcune linee guida alle quali le società dovranno uniformarsi e che diventerà condizione tassativa per l’iscrizione al campionato. Il potere di vigilanza spetterà al Collegio dei revisori contabili e sarà adottato un codice etico finalizzato alla prevenzione delle frodi sportive. Se una società di un qualsiasi settore adotta procedure interne per prevenire le frodi e dimostra che queste funzionano, la società in questione non risponde dell’illecito commesso da un proprio dipendente, perché dimostra di aver comunque fatto il possibile per prevenire e controllare». È il principio già applicato dal giudice sportivo per i reati da stadio: se una società attua le procedure preventive (steward, tornelli, controlli), il giudice sportivo ne tiene conto, in caso di violazione delle norme. È stato Ezio Maria Simonelli, presidente del Collegio dei revisori e in corsa per la successione a Beretta, a sostenere questa linea. In sintesi: prima adottiamo regole rigide, dimostrando la nostra volontà di combattere la frode sportiva con ogni mezzo a nostra disposizione, e poi proviamo a verificare se esistono le condizioni per una parziale revisione del concetto di responsabilità oggettiva. Per questo è stato costituito un gruppo di studio, formato da tre avvocati (Cantamessa, Briamonte e Campoccia), mentre nella prossima assemblea verrà finalmente eletto l’Alto Comitato per l’etica, così come previsto dalle norme vigenti. Il presidente del Coni, Gianni Petrucci, da Trieste dove ha assistito alla qualificazione olimpica del Setterosa, ha chiuso la porta a qualsiasi tipo di tentazione: «Si può studiare tutto, ma non bisogna dimenticare mai che i regolamenti li approva poi il Coni. La responsabilità oggettiva resta un caposaldo e nessuno può pensare di cambiarla a procedimenti in corso». Ed èmolto difficile (eufemismo) che si arrivi a una soluzione come quella prospettata da Beretta: «Non si è pensato di toccare la norma della responsabilità oggettiva, ma la società risponde di un suo calciatore solo se non ha predisposto queste procedure». Nel frattempo il Direttivo di Lega resta senza vicepresidente, un consigliere e un rappresentante in Consiglio federale, in violazione delle norme vigenti. La situazione si trascina da luglio 2011: se qualche club impugnerà eventuali delibere, difficilmente avrà torto.