(repubblica.it) Invasione di stranieri nel campionato italiano: la Lega di serie A, oltre a proporre di portare da 2 a 3 gli extracomunitari (sarebbe venti giocatori in pi? ogni anno), chiede adesso alla Figc di recepire la convenzione di Cotonou del 2000. La convenzione prevede che debba essere assimilati come comunitari i calciatori provenienti da Paesi in via di sviluppo che abbiano stretto accordi di partenariato con l'Unione Europea. Significa in pratica la liberalizzazione per i trasferimenti da 79 Nazioni dell'Africa subsahariana, dei Caraibi e del Pacifico. Gi? capita da questa stagione nella Federbasket, dove i club possono ingaggiare, come comunitari, giocatori giamaicani, nigeriani, eccetera. Non si sa quanti potrebbe arrivare nel calcio, Macalli ? preoccupato (i club italiani non comprano pi? giovani dalla B e della Lega Pro) ma conoscendo le abitudini dei nostri presidenti ecco che si pu? ipotizzare un'altra invasione. Le societ? pescano all'estero perch? sostengono che i calciatori costano meno degli italiani, ma chiss? ? sempre vero o se ? soltanto il tentativo (riuscito) di portare oltre frontiera un po' di soldi. Di sicuro, molti stranieri arrivati ultimamente sono finiti, quando va bene in panchina, se non in tribuna, e pochi, come ha ricordato anche Giancarlo Abete, hanno lasciato il segno.
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Invasione degli stranieri, italiani in minoranza
(repubblica.it) Invasione di stranieri nel campionato italiano: la Lega di serie A, oltre a proporre di portare da 2 a 3 gli extracomunitari (sarebbe venti giocatori in pi? ogni anno), chiede adesso alla Figc di recepire la convenzione di Cotonou...
Quest'anno gli stranieri in serie A sono 301, il 54,3%. Gi? lo scorso anno gli italiani erano in minoranza: in questa stagione il rapporto ? cresciuto. Nel 2006-'7 gli stranieri erano il 29,4%.
In sei anni sono quasi raddoppiati. Delle grandi Leghe europee, soltanto l'Inghilterra impiega meno giocatori di casa. Che succeder? in futuro?
Stadi-1: e Lotito assicura, "niente speculazioni" Vivace e attuale il convegno organizzato oggi dall'Asi del presidente Claudio Barbato al salone d'onore del Coni. Tema, "uno stadio per amico". Tantissimi interventi (troppi) ma la volont? comune di rimettere in piedi la legge, come ha ricordato Giovanni Malag?, e di guardare avanti, senza pi? alibi. La Juve e l'Udinese, d'altronde, sono l? ad insegnare la strada da percorrere. Scoppiettante il maxi-discorso di Claudio Lotito, patron di Lazio-Salernitana e rappresentante della Lega di A: ? arrivato con due ore di ritardo, un classico, e dopo essersi impossessato del microfono non l'ha pi? mollato, nonostante i tentativi di Jacopo Volpi. Lotito ha garantito che la legge affossata al Senato, e chiss? se ancora recuperabile, non conteneva rischi di "speculazioni". Non cos? la pensavano alcuni senatori Pd, fra cui Raffaele Ranucci, ex capo delegazione Figc, che, insieme allo stesso Lotito, hanno contribuito a bloccarne il cammino. E' chiaro che bisogna lasciare un margine di operativit? ai club, altrimenti ? impossibile l'affare (soldi pubblici, per fortuna, non ce ne sono stavolta...): l'Arsenal, per fare un esempio, ha potuto vendere 700 appartamenti a Londra. Ma soprattutto in una citt? come Roma non ? per niente facile superare tutti i vincoli che saltano fuori, e nemmeno sarebbe logico far finta di nulla (come forse vorrebbe qualcuno). Lotito poi, per non smentirsi, se l'? presa coi giornalisti, "troppa demagogia su questo argomento". Ma in realt? non sono certo stati i giornalisti ad affossare questa legge... Molto dettagliato, e interessante, l'intervento di Michele Uva, direttore del centro studi della Figc, e sicuramente fra i maggiori esperti di stadi. "Abbiamo perso la grande occasione di Italia '90. Adesso non esiste un modello inglese, tedesco o italiano. Bisogna valutare realt? per realt?. Di sicuro- e lo ha spiegato anche coi grafici-noi siamo molto indietro. In Italia ci sono solo 12 impianti che possono ospitare la Nazionale". E ha elogiato, giustamente, il progetto-Udinese, un impianto medio (25.132 posti, tutti coperti) che sar? pronto gi? dalla stagione 2014-'15. Importante ? stato il ruolo del Comune friulano. Claudio Fenucci, a. d. della Roma, ha ricordato come la burocrazia ostacoli chi vuole costruire un suo impianto, ma il club made in Usa va avanti nel suo piano, che prevede un nuovo stadio, da 50-55.000 posti, a Tor di Valle. "Lo stadio deve diventare la vera casa del tifoso" ha ricordato Fenucci (vedi Juve, esempio virtuoso: a parte quei pochi imbecilli che insistono coi cori razzisti...). A giugno il progetto giallorosso, poi ci sar? la fase pi? complessa, quella della burocrazia appunto, del business plan e delle tante (troppe) autorizzazioni. La Roma far? il passo decisivo quando ci sar? il nuovo sindaco. Il presidente della Lega B, Andrea Abodi, ha spiegato come le sue societ? stiano portando avanti, in maniera concreta, il progetto-stadi: il 16 maggio a Roma verr? infatti presentato un piano che prevede l'accordo fra club e amministrazioni comunali in sei citt?, per quanto riguarda sia gli stadi che i campi di allenamento. Qualcosa si muove. Abodi ? stato di parola.
Stadi-2: Lega Pro senza barriere. E l'allarme di Tavecchio... Concreti e pungenti, come al solito, Mario Macalli e Carlo Tavecchio, intervenuti anche loro oggi al convegno del Coni. Il n.1 della Lega Pro ha ricordato i progetti degli stadi senza barriere, per ora sette (Catanzaro, Perugia, Pavia, L'Aquila, Martina Franca e Cremona) ed ha auspicato che la nuova legge possa tenere conto anche della realt? dei suoi club. "Sinora siamo stati bloccati dalla politica e della burocrazia". Incisivo anche Tavecchio, leader storico della Lega Dilettanti: "Da sei anni-ha ricordato-noi portiamo avanti il progetto degli stadi senza barriere, cos? come quello dei campi artificiali. Abbiamo 16.000 impianti, pi? 6-7000 sono degli oratori. Il nostro progetto ? duplice, sicurezza e risparmio di energia. Ma il momento ? quello che ?, 602 societ? non si sono iscritte ai campionati dilettantistici".
Rai Sport: De Paoli a Rio, direzione affidata a Volpi Svolta a Rai Sport: venerd? prossimo, il direttore Eugenio De Paoli parte per Rio. La Rai infatti ha deciso di aprire in Brasile, paese emergente, un nuovo ufficio di corrispondenza e sar? proprio De Paoli, con sua piena soddisfazione, a dirigerlo. Il dg Gubitosi, quindi, nominer? un nuovo direttore di Rai Sport: ma non subito, per un certo periodo, chiss? quanto lungo, toccher? al vicedirettore vicario, Jacopo Volpi, assumere l'interim della direzione. Poi, verr? scelto l'erede di De Paoli: in corsa, oltre ovviamente a Volpi, ci sono anche Mazza e Losa. Tutti interni. D'altronde, in Rai ? tempo di spending review.
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