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Inchiesta dossieraggio, Gravina si difende: ”Estraneo ad ogni illecito”

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''Gli accertamenti compiuti dalla procura di Perugia, e contenuti nell’ordinanza a firma del procuratore capo Raffaele Cantone, certificano l’innesco inquinato dell’indagine a mio carico,'' ha aggiunto il presidente della FIGC
Redazione

Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, è stato coinvolto nel caso dei dossier su politici, imprenditori ed esponenti dello sport, su cui sta indagando la procura di Perugia. Gravina sarebbe sotto inchiesta per autoriciclaggio, con l'ipotesi che abbia intascato tangenti legate alla vendita dei diritti della Lega Pro nel 2018. Tuttavia, il presidente federale ha risposto alle accuse attraverso una nota ufficiale, in cui ha cercato di ricostruire i fatti e denunciare un complotto orchestrato contro di lui. Di seguito la nota ufficiale:

"Con riferimento alle notizie di stampa relative all’indagine sui dossier abusivi della Direzione nazionale antimafia, sento il dovere, anche a tutela dell’istituzione che rappresento, di offrire alcune precisazioni. Gli accertamenti compiuti dalla procura di Perugia, e contenuti nell’ordinanza a firma del procuratore capo Raffaele Cantone, certificano l’innesco inquinato dell’indagine a mio carico, e cioè «la falsità della proposta investigativa e l’illiceità dell’attività di approfondimento posta in essere». Smascherano così il complotto che ha portato alla mia iscrizione nel registro degli indagati. Vale la pena di ricostruire i fatti, così come verificati dalla magistratura di Perugia. L’atto d’impulso dell’indagine su «presunte compravendite fittizie poste in essere da Gravina» nasce dagli incontri tra il sostituto procuratore Antonio Laudati e il comandante del gruppo SOS, Pasquale Striano, con Emanuele Floridi e Angelo Fabiani, così come si legge nell’ordinanza «persone vicine a Lotito Claudio, il quale aveva avuto ragioni di contrasto con il presidente della Figc, Gabriele Gravina». In particolare il Procuratore di Perugia accerta che «la fonte dei documenti è Floridi, il cui contatto con Striano nasce attraverso Fabiani, previ contatti di quest'ultimo con Laudati». L’attribuzione dell’indagine a «elementi informativi provenienti dalla Procura di Salerno e da quest’ultima acquisiti» è falsa, ma è diretta a giustificare un’indagine che – come precisa la Procura di Perugia – «nulla ha a che vedere con le prerogative della Procura nazionale Antimafia», e a coprire la vera fonte..."