Quattro gare su dieci rinviate per maltempo, nel turno infrasettimanale di Serie A, non potevano che riaprire il dibattito sui fitti calendari del calcio e sulla necessità di nuovi stadi in Italia.
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Il monito di Petrucci “Basta parole, ora gli stadi”
Quattro gare su dieci rinviate per maltempo, nel turno infrasettimanale di Serie A, non potevano che riaprire il dibattito sui fitti calendari del calcio e sulla necessità di nuovi stadi in Italia.
A parlare prima di tutti, all'indomani del mercoledì di campionato, è stato il presidente del Coni, Gianni Petrucci: "Non voglio dare ulteriori responsabilità alle Leghe, ma si smetta di dire che bisogna fare gli stadi: è ovvio - ammette il n.1 dello sport italiano - poiché nei prossimi 2-3 anni gli impianti resteranno questi, però, sarebbe meglio evitare frasi ad effetto".
Il pensiero di Petrucci, quindi, è che bisogna continuare a lavorare su un doppio binario: spingere per la normativa sugli stadi ed impegnarsi per farne di nuovi quanto prima ma, nel frattempo, operare sui calendari in modo da ridurre al minimo i disagi per atleti e spettatori.
«Mi auguro che chi ha le responsabilità decida, ma chi vuol costruire lo stadio può partire. La legge sugli stadi è necessaria ma molti impianti non sono idonei per motivi di ordine pubblico», ha osservato Petrucci
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