Difficile dire se, come assicura qualcuno, è «un piccolo Barcellona».
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Il Catania sogna di diventare un “piccolo-Barça”
Difficile dire se, come assicura qualcuno, è «un piccolo Barcellona».
Di sicuro, è un grande Catania. Accostati agli stratosferici blaugrana per la qualità e le caratteristiche del loro gioco, basato su possesso palla, fraseggio prolungato e mentalità propositiva, i rossazzurri paiono non avere più limiti. La vittoria interna sulla Fiorentina prolunga un momento positivo che dura ormai da più di un mese: cinque risultati utili di fila, una sola sconfitta nelle ultime nove uscite, terzo posto nella classifica parziale dei punti ottenuti nel girone di ritorno (15, solo Milan e Napoli hanno fatto meglio totalizzandone 17). Numeri che messi insieme portano dritti all'ottavo posto in graduatoria a quota 38, cifra che significa salvezza ormai raggiunta con larghissimo anticipo. Il settimo campionato di fila in A, record societario assoluto, è ormai in cassaforte, ma con undici partite ancora a disposizione sarebbe un peccato non provare a spingersi oltre. Il sogno è l'Europa League, al momento distante otto lunghezze.
Vincenzo Montella, artefice della scalata etnea, cerca di mantenere equilibrio senza però frustrare le speranze della piazza: «La classifica non va guardata, ma bisogna continuare ad avere ambizioni - osserva il tecnico - Io ce l'ho e anche la squadra deve averle. Sarebbe un peccato non puntare a dare il meglio di noi stessi sino in fondo. Abbiamo ancora margini di miglioramento, possiamo toglierci grandi soddisfazioni». Quadretto idilliaco, incrinato però da una grande incognita: il futuro di Pietro Lo Monaco a Catania.
Le voci che vogliono l'amministratore delegato rossazzurro altrove nella prossima stagione non sono piaciute al presidente Nino Pulvirenti, che in sala stampa, al termine della partita con la Fiorentina, non ha nascosto un certo fastidio in proposito: «Mi auguro resti con noi, ma qualora volesse andare via, troveremo qualcuno più bravo di lui». Lo Monaco ha evitato di pronunciarsi in modo diretto sull'argomento, ma il rapporto tra i due, giunto a un passo dalla rottura lo scorso luglio, pare essersi logorato. L'amministratore delegato degli etnei, legato alla società da un contratto di altri due anni, ha già messo in programma a breve scadenza il rituale viaggio in Sudamerica, tappa fondamentale per pianificare le strategie di mercato per la prossima stagione, ma l'idea che possa cambiare aria a fine campionato verso altre destinazioni (la prima opzione è Torino, sponda granata) continua a circolare rendendo elettrico un ambiente che avrebbe già tanti buoni motivi - tutti positivi - per esserlo. (ANSA)
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