«Siamo a un punto importante, stiamo facendo una bellissima cosa: con tante tifoserie siamo andati a Roma e davanti ai politici insieme abbiamo voluto dimostrare e ribadire le nostre priorità che ci sono state tolte». Il Bocia era a Roma, in Senato, nella giornata di mercoledì 6 aprile per parlare di tifo. Al Senato si è trattato di un incontro importante per il mondo del calcio: da una parte i rappresentanti del mondo ultras con il loro grido di dolore per gli stadi ormai desolatamente vuoti; dall’altra i rappresentanti del Governo, tra deputati e senatori, pronti ad ascoltare le loro ragioni.
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Il Bocia in senato con 24 capi ultrà: «Riportateci allo stadio e lasciateci tifare»
«Noi siamo i veri clienti di questo calcio – dichiarano con forza i tifosi-, quelli che pagano il biglietto per andare allo stadio, e abbiamo tante cose da dire».
Per la prima volta, scrive l'ecodibergamo.it, insieme allo stesso tavolo non era mai accaduto: «Noi siamo i veri clienti di questo calcio – dichiarano con forza i tifosi-, quelli che pagano il biglietto per andare allo stadio, e abbiamo tante cose da dire». Doppiodaspo, barriere nelle curve, fumogeni e striscioni estemporanei, manifestazioni e cortei sportivi, modifica degli articoli 8 e 9 della legge n.41 del 2007, tessera del tifoso facoltativa: questi i temi attorno ai quali si è dibattuto, con serenità, tra le parti.
«Siamo stati dei maestri per l’Europa intera,eravamo il mito per l’Eruropa e oggi l’Europa ci bagna il naso: noi vogliamo riavere i nostri strumenti. Lasciateci fare i tifosi, non dividete le curve. Lasciateci fare quello che siamo bravi a fare, con passione: tifare» ha detto il capo ultras atalantino. E il Bocia aggiunge: «Non si può dividere una curva: perchè non si possono fare le coreografie. Quelle coreografie che sono studiate e pensate con passione: noi siamo il dodicesimo in campo. Devono ridarci quello di ci spetta».
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