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Genny ‘a carogna torna in libertà: per lui solo obbligo di firma

Il capo ultras accusato di una serie di violenze avvenute a poche ore dalla finale di coppa Italia e dal ferimento, poi rivelatosi mortale, di Ciro Esposito, potrà lasciare gli arresti domiciliari

Redazione

“Genny ‘a carogna” torna libero. L’ultras napoletano, accusato di una serie di violenze avvenute a poche ore dalla finale di coppa Italia e dal ferimento, poi rivelatosi mortale, di Ciro Esposito, come riferisce Tgcom24, potrà lasciare gli arresti domiciliari. La decisione è stata presa dal gup Cinzia Parasporo che ha sostituito la misura di detenzione con l’obbligo di firma accogliendo dunque la richiesta del difensore del tifoso.

Il Gup è lo stesso che giudicherà il tifoso il 15 aprile con il rito direttissimo e prima di prendere la decisione ha sentito i pm Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio, che hanno dato parere positivo.

Gennaro De Tommaso è accusato di episodi del tutto estranei ai fatti sfociati dapprima nel ferimento e poi nella morte di Ciro Esposito. In particolare, il capo ultras del Napoli è accusato di aver capeggiato un gruppo di circa 100 sostenitori azzurri concentrati in piazza Mazzini, a due passi dallo stadio Olimpico, con fumogeni e petardi, intenzionati – secondo la Procura – a tendere agguati ai tifosi della Fiorentina.

De Tommaso deve rispondere anche di violazione della norma relativa all’esposizione di striscioni e cartelli incitanti alla violenza per aver indossato una maglietta con la scritta “Speziale libero”, facendo riferimento al tifoso catanese accusato dell’omicidio dell’ispettore di polizia Filippo Raciti, avvenuto nel 2007 prima del derby Catania-Palermo.

“Genny ‘a carogna” era stato arrestato lo scorso settembre dagli uomini della Digos di Roma. Con lui erano state fermate anche altre quattro persone, sottoposte poi all’obbligo di firma, tra cui anche Massimiliano Mantice, intervenuto anche in soccorso di Ciro Esposito pochi minuti dopo gli spari di Daniele De Santis in via di Tor di Quinto. Tre di loro erano stati riconosciuti attraverso le immagini delle telecamere e facevano parte gruppo capeggiato da Genny. Le accuse nei loro confronti spaziano da resistenza a pubblico ufficiale a violazione della normativa sulle competizioni sportive, in particolare “lancio di materiale pericoloso ed invasione di campo in occasione di manifestazioni sportive”.