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Gelo, infortuni e stadi vuoti, quanto costa la Coppa Italia

(di repubblica.it – F. Bocca) ROMA – La Coppa Italia è un esempio di calcio virtuale. A vedere Milan-Novara – partita con cui la tv ha riempito quasi due ore e mezzo in prima serata – c’erano in salotto, sintonizzate su...

Redazione

(di repubblica.it – F. Bocca) ROMA - La Coppa Italia è un esempio di calcio virtuale. A vedere Milan-Novara - partita con cui la tv ha riempito quasi due ore e mezzo in prima serata - c'erano in salotto, sintonizzate su Rai2, 2.716.000 persone.

Non poche, circa il 10% di tutti gli italiani davanti alla tv per Porta a Porta sulla tragedia del Giglio o la fiction il Tredicesimo Apostolo. Ma a San Siro solo in 1900 hanno pagato il biglietto (più altri tremila abbonati allettati dall'ingresso gratuito): benemeriti da premiare con medaglia, i quali per un ottavo tra il Milan e l'ultima di A, hanno affrontato una notte a -5 gradi. Mentre c'era chi faceva zapping con Real-Barça, loro assideravano ai supplementari.

La tv nasconde gli stadi vuoti, al gol di Radovanovic si è visto uno sparuto gruppo di novaresi esultare. La Coppa Italia si costruisce alla meno peggio nei buchi del calendario. Con partite di sera, anche in pieno inverno. Le altre big agli ottavi hanno avuto sicuramente più pubblico, ma mai stadi pieni, anzi. Unica veramente in controtendenza la

Juve, che ha uno stadio nuovo e che ha fatto praticamente il sold out in tutte le 10 partite ufficiali giocate finora in casa (e che ha già riempito all'87% lo stadio per i quarti con la Roma). I giocatori si ritrovano in stadi deserti e al gelo, con forti rischi di infortunio: per Pato una lesione muscolare alla coscia sinistra, deve fermarsi almeno 3 settimane. "Anche a dicembre - dice Damiano Tommasi, presidente dell'Associazione italiana calciatori - le notturne sono state molte. Purtroppo si fa fatica a incidere e non ci sono le basi per un dialogo con la Lega di A. I rapporti sono vicini allo zero, ci hanno promesso un appuntamento dopo lunedì, vediamo. Con la tv l'aspetto sportivo va in secondo piano, si organizza e si pianifica senza consultare chi va in campo. Ai calciatori chiedono di andare a letto presto, poi però con partite così si passa anche sopra gli infortuni". Per la Lega la questione è solo formale: "La Coppa Italia è comunque un successo - dice il presidente Maurizio Beretta - noi guardiamo la manifestazione complessivamente e in queste condizioni non esistono altre date, bisogna per forza giocare questi turni tra gennaio e febbraio. Per una partita giocata magari in condizioni difficili, ma su campi riscaldati comunque ricordo, abbiamo però milioni di persone alla tv. E mi riferisco anche ai 3,5 di Napoli-Cesena o i 3,9 di Roma-Fiorentina. Se giocassimo alle 17 o alle 18 cambierebbe poco e probabilmente creeremmo solo altri problemi agli spettatori. Allo stadio o in tv. E poi è così anche in Francia o Spagna".  La Coppa Italia vive su un contratto tv in scadenza: la Rai paga 12 milioni per l'esclusiva, altri 3 vengono dai diritti all'estero. Per ogni partita dagli ottavi in poi che non vada in prima serata e in giorni separati la Rai ha il diritto di scalare un milione. "Per noi - dice Eugenio De Paoli, direttore di Rai Sport - il pregio della prima serata è importante, consente di fare ascolti e di esaltare la Coppa Italia stessa. E poi stanno arrivando grandi partite come Juve-Roma, Milan-Lazio, Napoli-Inter". L'aspetto tv è prevalente rispetto a un trofeo da esaltare e da tutelare sportivamente. Si è affacciata anche l'ipotesi di una Final Eight in due settimane - progetto che ad alcuni grandi club non dispiacerebbe - ma nella sostanza la Coppa Italia non fa salti avanti: tant'è che nei primi turni si schierano riserve. "In Inghilterra -dice Franco Baldini, dg della Roma che a Londra ha lavorato dal 2007 al 2011 - la situazione è completamente diversa. Il fascino della FA Cup è dato dalla partecipazione di oltre 500 squadre e dal sorteggio integrale. Il tempo e la tradizione le hanno dato importanza, in Italia la Coppa è sempre un po' un ripiego". E in Inghilterra la tv non è il padrone assoluto. "Loro fanno squadra anche nell'organizzazione, vedi la Premier League. Non tutte le partite devono andare di sera in tv, la FA Cup non è in notturna e sostanzialmente c'è solo il Monday Night. Per far capire la loro cultura, i giocatori del Birmingham lo scorso anno sono retrocessi ma avendo vinto la Curling Cup, che non è la FA Cup ma la Coppa di Lega, sono considerati comunque eroi. Da loro la Coppa è importante perché tutti, club, tv, giocatori, media hanno la percezione del valore del trofeo. Insomma fanno squadra". Da noi no. E quindi o state al calduccio col telecomando oppure fate gli spettatori eroi a San Siro.