Stop alle partite per tre minuti nei casi di sospetta commozione cerebrale ai danni di un giocatore in campo. È la proposta che sarà presentata dal Comitato Esecutivo della Fifa, secondo quanto concordato ieri in una riunione della Commissione medica a Zurigo. La questione è stata ampiamente discussa dopo il recente caso del tedesco Christoph Kramer, che nella finale dei Mondiali contro l'Argentina è rimasto in campo per circa mezz'ora dopo avere subito un duro colpo alla tempia prima di essere sostituito. Lo stesso Kramer ha poi raccontato di non ricordare nulla della partita del Maracanà vinta dalla Germania. «Gli incidenti della coppa del mondo hanno dimostrato che il ruolo dei medici di squadra deve essere rafforzato al fine di assicurare la corretta gestione dei caso di commozione cerebrale», spiega la Fifa in una nota. In base alla proposta della Commissione medica, ogni volta che si verifica un episodio sospetto l'arbitro potrà fermare il gioco per tre minuti e consentire al medico della squadra di valutare le condizioni del giocatore per stabilire se si tratti o meno di un caso di commozione cerebrale. A quel punto l'arbitro potrà consentire al calciatore di rimanere in campo solo con l'autorizzazione del medico sociale, a cui spetterà la decisione finale. La commissione medica, presieduta dal dottor Michel D'Hooghe, ha inoltre evidenziato la necessità di un programma di formazione sul tema per medici di squadra, allenatori, arbitri, dirigenti e giocatori.
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Fifa, proposta di sospendere la gara per 3′ in caso di commozione cerebrale
La questione è stata ampiamente discussa dopo il recente caso del tedesco Christoph Kramer nell'ultima finale Mondiale Germania-Argentina.
Nella riunione di ieri, la Commissione medica della Fifa ha anche illustrato i numeri relativi agli ultimi Mondiali, che hanno evidenziato una diminuzione degli infortuni dai 2,7 a partita del 2002 all'1,7 dell'ultima edizione. Rispetto alle precedenti rassegne iridate è sceso anche il numero degli infortuni causati dai falli. Inoltre, per la prima volta ai Mondiali, tutti i giocatori sono stati sottoposti a test antidoping fuori competizione (777 i campioni prelevati) in aggiunta ai controlli di routine a fine gara (256). Nessun caso di positività è stato registrato. I Mondiali brasiliani hanno infine consentito alla Fifa di aggiornare il proprio database del passaporto biologico, che ora comprende 1300 giocatori di 55 diversi paesi: di questi, 470 sono già stati controllati almeno due volte e in alcuni casi fino a 7 volte.
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