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Esito autopsia Morosini, nessun segno macroscopico per determinare la morte. Ipotesi difetto genetico del cuore

‘‘Non ci sono situazioni macroscopiche evidenti che ci permettano di determinare la morte del ragazzo”. Cosi’ il medico legale Cristian D’Ovidio appena terminata l’autopsia sulla salma di Piermario Morosini.

Redazione

''Non ci sono situazioni macroscopiche evidenti che ci permettano di determinare la morte del ragazzo''. Cosi' il medico legale Cristian D'Ovidio appena terminata l'autopsia sulla salma di Piermario Morosini.

''Ora sono necessari ulteriori approfondimenti anche di carattere tossicologico''. Sulle cause della morte di Piermario Morosini, l'attenzione dei medici sarebbe concentrata sull'accertamento di difetti cardiaci come alterazioni strutturali dell'organo e su difetti genetici che coinvolgono la conduzione elettrica del cuore. Secondo la prima dichiarazione del medico legale, sarebbero esclusi aneurisma e infarto. In particolare, secondo quanto si apprende da fonti mediche interne all'Ospedale di Pescara, per approfondire le ipotesi sul difetto genetico di conduzione elettrica del battito del cuore i medici dovranno effettuare test specifici, comprese analisi del Dna.

L'ipotesi principale e' quella che sia insorta una fibrillazione ventricolare del cuore che avrebbe di fatto impedito la normale la funzione di pompa per poi arrivare all' arresto cardiaco. Tale aritmia potrebbe essere stata determinata appunto da un'anomalia di origine genetica. Tra l'altro, non sfugge all'attenzione dei medici una storia di familiarita' per le malattie di cuore: il padre del giocatore sarebbe morto per una malattia cardiaca. Secondo gli esperti sono molte le malattie che riguardano la conduzione cardiaca alcune delle quali legate a difetti genetici (gli esperti le chiamano canalopatie, sindrome del Qt lungo e breve, Wolf Parkinson White, sindrome di Brugada). I successivi esami del Dna che dovrebbero essere effettuati all'universita' Cattolica di Roma, potrebbero mettere inoltre in evidenza se l'arresto cardiaco era o non era riattivabile. Non e' escluso che le successive indagini si interroghino ancora sulla tempestivita' dei soccorsi e sull'uso del defibrillatore. (ANSA)