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Dramma nel mondo del calcio: è morto Sinisa Mihajlovic. Aveva 53 anni

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L'allenatore serbo non ce l'ha fatta: si è spento dopo una lunga battaglia con la leucemia: lascia sei figli, la moglie e una nipotina. Tra il '92 e il '94 aveva vestito la maglia della Roma

Redazione

Sinisa Mihajlovic non ce l'ha fatta. Dopo una lunga lotta con la leucemia, l'allenatore serbo si è spento a soli 53 anni. A dare la notizia è stata la famiglia tramite un comunicato: "La moglie Arianna, con i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Viktorija e il fratello Drazen, nel dolore comunicano la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare, Sinisa Mihajlovic. Uomo unico professionista straordinario, disponibile e buono con tutti. Coraggiosamente ha lottato contro una orribile malattia. Ringraziamo i medici e le infermiere che lo hanno seguito in questi anni, con amore e rispetto, in particolare la dottoressa Francesca Bonifazi, il dottor Antonio Curti, il Prof. Alessandro Rambaldi, e il Dott. Luca Marchetti. Sinisa resterà sempre con noi. Vivo con tutto l’amore che ci ha regalato". Una tragedia per tutto il mondo del calcio e non solo, per un uomo che è stato esempio di tenacia e forza per tutti, ma si è dovuto arrendere a un male che era tornato ad affrontarlo pochi mesi fa. Sinisa Mihajlovic, fino a settembre sulla panchina del Bologna, lascia sei figli, la moglie Arianna e una nipotina di un anno. Solo il primo dicembre scorso era a Roma, una bellissima sorpresa a Zdenek Zeman alla presentazione del libro del boemo. I due si sono ritrovati da vecchi amici, ricordando e raccontando tanti aneddoti di campo e di vita.

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La carriera tra campo e panchina

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Tra i difensori più importanti degli ultimi 25 anni, celebre per il suo mancino letale che su punizione era una sentenza, arriva in Italia da calciatore proprio alla Roma, nel 1992, dalla Stella Rossa, con Vujadin Boskov in panchina. In giallorosso gioca 55 partite, con un gol, prima di passare alla Sampdoria nel 1994. In quegli anni esordisce anche Francesco Totti e Mihajlovic, alcuni anni dopo, racconta di aver spinto in prima persona con mister Boskov per farlo debuttare. E il futuro numero 10 romanista, per Sinisa, è stato sempre un vero e proprio pallino, tanto da provare a portarlo prima alla Samp da giocatore e poi al Torino da allenatore.

Dopo l'avventura in blucerchiato, una lunga carriera e tanti titoli tra Inter e Lazio, prima di passare in panchina: Inter (con Mancini), Bologna, Catania, Fiorentina, Serbia, Sampdoria, Milan, Torino, Sporting e infine di nuovo Bologna, a gennaio 2019 portando i rossoblù a una salvezza che sembrava impossibile. Nel 2019 è vicino anche alla panchina della Roma, come ha poi raccontato lo stesso Mihajlovic:"Con l'addio di De Rossi e poi di Totti, le tante polemiche, non se la sono sentita di scegliere un allenatore con un passato alla Lazio. Io ero pronto, loro no, e quindi ho rifiutato l'offerta". A luglio 2019 l'annuncio della malattia, una forma di leucemia mieloide, poi le cure, le scene toccanti con i giocatori riuniti sotto la sua stanza d'ospedale. Dopo una lunga convalescenza, Mihajlovic torna, rialzandosi e vincendo la sua battaglia. Purtroppo non è finita. A marzo di quest'anno Sinisa è costretto a fermarsi nuovamente perché dagli esami erano comparsi "dei campanelli d’allarme" che facevano pensare al "rischio di una ricomparsa della malattia", sottoponendosi a un nuovo ciclo di terapie. Poi il nuovo ritorno in panchina ad agosto, dopo tre mesi: "Sono in fase di recupero, abbiamo fatto tutto quel che dovevamo fare, sono tranquillo, sono felice e vado avanti, stare sul campo a svolgere il mio lavoro fa dimenticare tutto". A settembre l'esonero, pochi giorni fa l'ultima apparizione a Roma e il tenero abbraccio con Zeman.Forzaroma.info si unisce al dolore della famiglia e dei cari di Sinisa Mihajlovic.