La scorsa settimana, dopo il derby perso dalla Lazio, è andato in scena davanti alle telecamere di Mediaset Premium un duro scontro tra il presidente Lotito e Paolo Di Canio.
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Di Canio attacca ancora Lotito: “La mia querela è arrivata prima della sua…”
La scorsa settimana, dopo il derby perso dalla Lazio, è andato in scena davanti alle telecamere di Mediaset Premium un duro scontro tra il presidente Lotito e Paolo Di Canio.
L’ex attaccante biancoceleste sosteneva che il cartellino di Mauro Zarate era costato alla Lazio 37 milioni di euro: 22 milioni il costo del calciatore e 15 milioni le commissioni di intermediazione. Ribadendo anche che queste cifre risulterebbero dal bilancio. Lotito, al contrario, sosteneva che il costo del calciatore era stato di 20 milioni ed aggiunto che ad oggi aveva maturato 3 milioni di provvigioni.
Questo pomeriggio Di Canio è ritornato sulla questione, portando con se anche dei documenti: “Mi prendo tre minuti per approfondire quella discussione che è nata con il presidente Lotito domenica scorsa –ha dichiarato ai microfoni di Mediaset Premium-. Lui mi ha dato del falso davanti ai telespettatori, ma siccome io non dico cavolate, ho portato dei documenti che danno un resoconto su tutte le cifre di cui facevo riferimento. Mi sembra che il presidente aveva dichiarato che ad oggi avevano maturato 3 milioni di provvigioni, che moltiplicate per cinque anni sono 15 milioni di euro, la stessa cifra che avevo detto io, e che quindi andavano alla Pluriel Limited. Il cartellino di Zarate è costato 35 milioni di euro. Io avevo parlato di 37 milioni e mi è ero sbagliato ma in difetto, perché mi sono dimenticato che c’è anche il prestito di un anno dove la Lazio ha speso altri 4 milioni, per un totale di quasi 39 milioni di euro. A me non interessa il valore che Lotito attribuisce al giocatore. Però, il presidente non rappresenta soltanto se stesso, ma anche una società, i suoi tifosi e quelli che vengono considerati i piccoli azionisti. Avere il 67% di una società non significa avere il 100%, forse questo a lui fa male sentirselo dire ma è cosi, perché oltre ai suoi interessi deve tutelare anche quelli degli altri”.
Il presidente biancoceleste aveva promesso anche azioni legali nei confronti di Di Canio: “Lui mi aveva minacciato dicendo pubblicamente che mi avrebbe querelato, ma anche adesso è arrivato secondo, perché sono io che ho querelato lui e la mia è arrivata prima della sua”.
FONTE lalaziosiamonoi.it
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