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Delio Rossi: “Quando Sabatini se n'è andato ho capito che per me a Palermo diventava più difficile”

Nel giorno dell’addio non c’è spazio per la polemica. Delio Rossi lo sa e nella conferenza stampa, da lui convocata per salutare i tifosi rosanero, dribbla quasi tutte le domande sul presidente Maurizio Zamparini che lo ha lasciato...

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Nel giorno dell'addio non c'è spazio per la polemica. Delio Rossi lo sa e nella conferenza stampa, da lui convocata per salutare i tifosi rosanero, dribbla quasi tutte le domande sul presidente Maurizio Zamparini che lo ha lasciato andare chiamando sulla panchina Stefano Pioli.

Circa tre mesi fa Delio Rossi era seduto sulla stessa poltrona, esonerato dopo l'umiliante 0-7 subito dall'Udinese. Anche in quell'occasione aveva voluto ringraziare il pubblico che lo ha sempre sostenuto. Si era commosso per un saluto che sembrava definitivo, ma dopo un mese il presidente lo aveva richiamato. «Ho sbagliato», aveva detto il patron. Ma le critiche al «sistema Rossi» dalla difesa ballerina erano proseguite anche dopo la conquista della finale di Coppa Italia e di un posto in Europa. Niente lacrime stavolta. Rossi non è stato cacciato, se ne è andato. Il presidente non ha fatto nemmeno in tempo a proporgli il rinnovo di un anno. «Già a Roma per la finale avevo deciso di andare via - spiega Rossi - e l'incontro con Zamparini è stato per comunicare questa cosa, gli ho detto subito che non c'erano i presupposti per andare avanti. Ho tolto subito il presidente dall'imbarazzo. Quando è andato via Sabatini ho capito che la situazione sarebbe diventata più complicata. È andata così». Un rapporto difficile fin dalle prime battute. «Siamo due persone diverse che interpretano il calcio in due modi diversi, ma io mi sono lasciato bene con il presidente - puntualizza -. L'ho ringraziato per avermi fatto allenare una grande squadra come il Palermo e con la massima serenità gli ho comunicato la mia decisione». Rossi spegne ogni fuoco, ma qualche sassolino vuole toglierselo dalla scarpa prima di andare via. «A differenza di altri allenatori non ho mai chiesto un giocatore, molti allenatori si portano dietro lo staff mentre io non ho mai chiesto nulla - dice -. Il mercato di gennaio sicuramente non è stato all'altezza delle aspettative del Palermo e se adesso si cerca qualche difensore vuol dire che tutte le colpe non erano solo dell'allenatore». Scatta l'applauso e i cori dei circa cento tifosi che hanno salutato l'ex tecnico. C'è tempo anche per i cori contro Zamparini, ma Rossi storce il naso. Non è per questo che è tornato. «Voglio ringraziare i tifosi che mi hanno accolto con grande affetto e tutto lo staff del Palermo Calcio - ribadisce -, dai magazzinieri ai giocatori. Tutti mi hanno sempre trattato con il massimo rispetto».

 

È un addio, mai i tifosi sperano nell'ennesimo ritorno. «Non c'è nessuna possibilità in questo momento - dice -. Il futuro è ancora incerto. Ancora non ho nessuna squadra, le offerte non mi sono mancate e non mi mancheranno, ma non alleno tanto per allenare. Del resto io non ho bisogno di una squadra, ma di un progetto nel quale possa esprimere il mio modo di fare calcio». Quel progetto in cui Zamparini non ha creduto. (ANSA)