"La Champions? Mi auguro di vincerne tante, ho una carriera davanti, un percorso da fare. Ci stiamo lavorando. Sognare...l'importante è svegliarsi e vedere la realtà, bisogna stare tutti sul pezzo e capire che vincere non è facile".Antonio Conte risponde in una intervista al Tg1 Rai. Resta con i piedi per terra il tecnico della Juve quando si affronta l'argomento Champions. Le parole dettate dal tecnico alla Rai sono una risposta a quanto affermato ieri da John Elkann: ''Firmo per la finale? No, voglio vincerla" aveva detto il presidente di Fiat e Exor parlando delle ambizioni europee della Vecchia Signora.
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Conte: “Juve antipatica? Lo diventa chi vince”
“La Champions? Mi auguro di vincerne tante, ho una carriera davanti, un percorso da fare. Ci stiamo lavorando. Sognare…l’importante è svegliarsi e vedere la realtà, bisogna stare tutti sul pezzo e capire che vincere non è...
"Quando vinci cercano in tutti i modi di buttarti giù dalla vetta della montagna e perciò devi essere preparato ed è per questo che è difficile vincere. Folate molto forti anche se poi quando vai a vedere la classifica con i distacchi dalle altre uno potrebbe pensare che sia stata una passeggiata, ma non è stato così", dice ancora.
La Juve ha conquistato lo scudetto con 102 punti. Se glielo avessero detto a inizio stagione? "Impossibile, ma anche durante il percorso quando ci siamo avvicinati agli 80 e ai 90 punti sembrava incredibile. Il nostro obiettivo era vincere lo scudetto, ma poi e' arrivata la voglia di scrivere qualcosa di storico. Superare i 102 punti sarà difficile per tutti".
La sconfitta provoca proprio un dolore fisico? "Sì, per un paio di giorni fatico a relazionarmi, è un dolore profondo, io dico sempre che nella mia carriera ho vinto tanto,ma ho anche perso finali importanti che hanno lasciato dentro di me una ferita profonda. Cerco di far capire ai miei giocatori la differenza tra vincere e non vincere. Deve essere chiaro, non è che se non vinci comunque poi vincerai la prossima volta. No, cominciamo a vincere subito, io dico", prosegue. La vittoria, invece, "dà un benessere psicofisico. Mi ripaga di tutte le ore trascorse a studiare l'avversario".
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