Per parlare di Mirko Vucinic, nuovo attaccante della Juventus, Radio Sportiva ha interpellato il suo primo allenatore in Italia, Alberto Cavasin.
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Cavasin su Vucinic: “E' un top player”
Per parlare di Mirko Vucinic, nuovo attaccante della Juventus, Radio Sportiva ha interpellato il suo primo allenatore in Italia, Alberto Cavasin.
VUCINIC - L´ho sempre reputato un top player e certamente non per il grande rapporto che ho con lui. Lo considero un giocatore da Barcellona, Manchester, da grandi squadre europee per intenderci, e non capisco come la Roma abbia potuto disfarsene. Il Ruolo? Negli ultimi anni è partito spesso dall´esterno, ma a mio parere darebbe il meglio come centrale, vista la sua potenza. Non credo comunque che sia un problema di ruolo ma di squadra. E la Juve potrebbe essere il team giusto per far esprimere Mirko.
CONTINUITA´ - Due anni fa ha avuto degli infortuni, l´ultimo anno secondo me è stato più un problema della Roma e delle traversie che il club passato più che problemi di Mirko. Non credo che la continuità sia un problema per lui.
ESORDI - Quando lo vidi la prima volta mi impressionò tantissimo, anche se non fece molto bene, e in effetti lo paragonai a Van Gogh ma avrei potuto dire Giotto, per descrivere una forma artistica, una pennellata come la sua classe. Lo dissi nel 2000 e c´ho preso, ma il merito non è solo mio ma anche di Corvino che poi ha deciso di comprarlo. Ora è molto più potente, nella Roma ha fatto giocate di grande qualità. A me ha sempre ricordato Van Basten per la sua classe. E´ un giocatore bello da vedere ed un numero uno.
PROBLEMI COMPORTAMENTALI - Come ho detto era un artista anche agli esordi. Era un ragazzo che io presi con me perchè era irrequieto, allora era un bambino che non voleva regole, giocava come all´oratorio. Non prese certo 6 mesi di squalifica per una sola marachella.. Fatti i suoi passi nel mondo professionistico, tutto è cambiato e anche lui ha capito come comportarsi in un gruppo. Adesso non ha problemi da quel punto di vista.
SAMPDORIA - Ho il ricordo di un´esperienza importante finita con una retrocessione. Sono due facce della stessa medaglia. Da un lato, Vucinic e gli anni di Lecce e dall´altro la Sampdoria e un gruppo che aveva bisogno di essere tirato sù. Siamo retrocessi perchè le altre squadre sono state migliori di noi. Forse potevo fare di più, o potevamo fare di più ma devo dire che ho dato e tutti abbiamo dato il massimo, compresa la tifoseria che non ci ha mai abbandonato, se si escludono alcuni comprensibili episodi quando ormai la stagione stava volgendo al peggio.
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