Andrea Carnevale è stato attaccante della Roma dal 1990 al 1993 e la sua carriera lo ha visto affermarsi soprattutto nella capitale oltre a vincere due scudetti col Napoli. Oggi, però, l'ex bomber non ha voluto ripercorrere aneddoti di campo ma ha voluto raccontare, intervistato a La Stampa, un dramma familiare vissuto quando aveva 14 anni ricollegandosi alla strage di Nuoro. La disgrazia che gli ha segnato la vita fu il femminicidio della madre da parte di suo padre vicino a casa a Monte San Biagio in provincia di Latina, che prima uccise la moglie a colpi di accetta, poi aggredì l'allora giovane calciatore e infine si tolse la vita. "La tragedia non mi ha spezzato moralmente, ho chiuso dolore e rabbia dentro un forziere e li ho usati per darmi forza. Il maresciallo, in caserma, fu capace di dire che finché non vedeva il sangue non poteva intervenire. Una mattina mio padre si è svegliato, ha preso l’accetta ed è andato ad ammazzare mia madre mentre stava lavando i panni al fiume vicino casa. Una delle mie sorelle era presente, io stavo giocando a pallone lì vicino. Ho raccolto il cervello di mia mamma nel fiume e l’ho portato alla caserma: 'Hai visto che poi è successo?', ho detto al maresciallo". Carnevale non crollò mai a livello morale e anzi, si mise a lavorare di giorno per poi allenarsi di sera allo scopo di aiutare la sua numerosa famiglia. E sul padre, che dopo la tragedia venne rinchiuso in un manicomio criminale per 5 anni, oggi non prova odio: "Oggi però non ho rancore per nessuno: mio padre era un uomo malato che non è stato curato".
Forzaroma.info
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Carnevale shock: “Mia madre vittima di femminicidio. Papà era un uomo malato”
L'ex attaccante giallorosso ha raccontato il dramma familiare vissuto quando era un adolescente: "Il maresciallo, in caserma, fu capace di dire che finché non vedeva il sangue non poteva intervenire"
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