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Calciopoli, Beretta: “Sospensione dei dirigenti solo dopo il terzo grado”. Abete: “Sospensione è automatica”

“Alla luce dell’importanza economica delle imprese del calcio, è giusto allinearle a quelle di tutti gli altri settori economici: quindi è giusto che gli effetti sulle cariche dirigenziali avvengano solo a fronte di sentenze passate...

Redazione

"Alla luce dell'importanza economica delle imprese del calcio, è giusto allinearle a quelle di tutti gli altri settori economici: quindi è giusto che gli effetti sulle cariche dirigenziali avvengano solo a fronte di sentenze passate in giudicato".

Lo ha detto il presidente della Lega di Serie A, Maurizio Beretta, in merito agli effetti delle sentenze di Calciopoli, annunciando di aver convocato per giovedì un Consiglio in cui si elaborerà una proposta di riforma dell'articolo 22 del Noif.

 

 

«L'articolo 22 della Noif ha una applicazione automatica: non c'è bisogno di una delibera della Figc ma è bastata una comunicazione firmata dal segretario Antonio Di Sebastiano, una presa d'atto della sospensione automatica collegata alla norma sui requisiti di onorabilità». Così il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete ha chiarito la dinamica con cui sono stati sospesi dalle cariche federali i dirigenti condannati in primo grado nel processo di Calciopoli. Come ha anticipato il presidente della Lega di Serie A Beretta in una lettera ad Abete nei giorni scorsi, i club vogliono riformare questa norma. «Ci può essere un approfondimento a 360 gradi del contesto normativo - ha ammesso Abete - sia in relazione al rapporto paritario tra dirigenti societari e federali, sia in relazione a una riflessione del quadro generale normativo». «Comunque ancora mancano le motivazioni delle sentenze di Calciopoli - ha aggiunto il presidente della Figc - ci deve essere grande rispetto per chi ha giudicato e per chi è giudicato. L'ordinamento sportivo è diverso da quello penale e bisogna avere le capacità, al di là delle convenienze, di tenerli distinti».