Si è conclusa dopo circa un'ora l'udienza per il ricorso presentato dal presidente della Lazio, Claudio Lotito, contro la Figc all'Alta Corte di Giustizia presso il Coni. Motivo del ricorso avanzato del patron biancoceleste,
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Alta Corte, discusso il ricorso di Lotito, oggi la decisione
Si è conclusa dopo circa un’ora l’udienza per il ricorso presentato dal presidente della Lazio, Claudio Lotito, contro la Figc all’Alta Corte di Giustizia presso il Coni. Motivo del ricorso avanzato del patron biancoceleste,
assente in aula e rappresentato dall'avvocato Gianmichele Gentile e dal professor Romano Vaccarella, è la sospensione dal consiglio federale e dal comitato di presidenza della federcalcio, in applicazione del codice etico stabilito dall'articolo 11 dello statuto del Coni, modificato e approvato dal Consiglio Nazionale nella seduta del 2 febbraio.
Una sospensione già applicata al presidente della Lazio, non solo per la condanna penale in primo grado nel processo di Napoli su Calciopoli, ma anche per quella di Milano relativa all'aggiotaggio. «Contestiamo l'applicazione automatica di questa norma - ha ammesso Gentile - Per quanto ci riguarda non può, infatti, essere recepita automaticamente dalla federcalcio, ma deve prevedere una modifica dello statuto federale. Detto questo, è una norma che non può essere applicata in maniera retroattiva». In rappresentanza della Figc, gli avvocati Luigi Medugno e Letizia Mazzarella. «Pur condividendo il contenuto precettivo della norma del Coni - ha ammesso Medugno - a nostro parere, il ricorso andava presentato in primo luogo al Coni e non alla Federcalcio. La norma approvata dal comitato olimpico nazionale prevede, infatti, una sospensione automatica che non necessita di alcuna norma di recepimento da parte della Federcalcio».
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