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Allo stadio sempre di sera, gli spettatori spariscono perché muoiono di freddo…

Andrea Sorrentino su Repubblica mette in evidenza il lungo rush che ci attende da qui alle vacanze di Natale: uno spezzatino di calcio che prevede 34 giorni di partite, fra serie A, serie B, recuperi di campionato, Champions League, Europa League,...

Redazione

Andrea Sorrentino su Repubblica mette in evidenza il lungo rush che ci attende da qui alle vacanze di Natale: uno spezzatino di calcio che prevede 34 giorni di partite, fra serie A, serie B, recuperi di campionato, Champions League, Europa League, Coppa Italia e non so se mi sono dimenticato qualcosa.

Più che uno spezzatino da tempo siamo in presenza di un tritato di calcio, una polverizzazione che sostanzialmente non ha più dei giorni fissi di calendario. Ma di questo ne abbiamo parlato molte volte.

La cosa che mi impressiona di più è che ormai non si rispetti assolutamente il criterio dell’orario di gioco. Gran parte del calcio ormai si gioca di sera, o forse sarebbe meglio dire “in prima serata” con terminologia televisiva, e chissenefrega se siamo a novembre e il tempo è cominciato a diventare veramente inclemente. Il freddo e i campi gelati non sono più un limite. Senza contare che quelli che devono fare il sacrificio maggiore sono gli spettatori degli stadi: non so se vi è mai capitata una notturna a Torino o a Milano, a Bergamo o a Udine – ma penso proprio di sì - il termometro scivola facilmente sotto zero, e non è facile sopportare due ore di gelo stando seduti fermi su una gradinata 0 una tribuna.

L’Associazione Calciatori sul fronte orari da tempo non conduce più battaglie, rassegnata al fatto che l’incasso tv ormai è quello che tiene in piedi tutto il circo del calcio. Ma in ogni caso torniamo sempre al solito punto: qual è il rispetto che il calcio porta verso lo spettatore da stadio, che dovrebbe essere il vero cliente di riguardo? E’ la cornice della partita stessa, lo spettatore da stadio viene secondo me prima di quello che si gode la partita comodamente seduto davanti alla tv nel salotto di casa. Il calcio è uno spettacolo molto particolare, strettamente connesso alla cornice del pubblico da stadio. Quando non esisteranno più spettatori da stadio – anche perché morti di freddo… – forse non esisterà più nemmeno la partita in tv. Semplicemente perché non sarebbe la stessa cosa.

Fulvio Bianchi nella sua popolare rubrica Spycalcio fa notare come la media spettatori negli stadi sia appena di 23.000 tifosi a partita. Quei ventitremila sono dei benemeriti del nostro calcio, persone così appassionate che addirittura pagano per andare a morire di freddo. Di questo passo per entrare allo stadio servirà anche un certificato medico di “sana e robusta costituzione”

 

FONTE repubblica.it - F.Bocca