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2012: i piani di Abete e c. E i presidenti? litigheranno…

(repubblica.it – F.Bianchi) Il 2012 sarà un anno cruciale per il rilancio del nostro calcio: il presidente Giancarlo Abete, che nel 2013 potrebbe essere riconfermato, gode della piena fiducia del Coni e ha avviato un importante programma di...

Redazione

(repubblica.it - F.Bianchi) Il 2012 sarà un anno cruciale per il rilancio del nostro calcio: il presidente Giancarlo Abete, che nel 2013 potrebbe essere riconfermato, gode della piena fiducia del Coni e ha avviato un importante programma di riforme che adesso però deve avere un'accelerata.

Soprattutto con un appoggio più costruttivo di Leghe e componenti: non sempre c'è stata unità di intenti e anche il coordinamento delle quattro Leghe (A, B, Pro e Dilettanti) ha perso di peso, dopo l'accordo (peraltro non sempre rispettato), sulla ripartizione dei soldi dei diritti tv. E poi, il vero nodo da sciogliere è quello della Lega maggiore: non sarebbe corretto dare tutte le colpe a Maurizio Beretta. D'altronde il sistema di governo-dove tutto ormai passa dall'assemblea-ha svuotato di peso il ruolo del presidente.

Beretta è dimissionario da marzo: il suo amicone Claudio Lotito vorrebbe che restasse in carica sino a settembre 2012... Non sarà semplice, coi veti incrociati, trovare qualcuno che possa sostituire Beretta ma intanto la Lega di A dovrà sostituire, e in fretta, Lotito come consigliere federale, "congelato" in base alle nuove regole stabilite di recente dal Coni.

La Lega di A produce ricchezza, è vero: i diritti tv, dal 2012 al 2015, varranno circa 1 miliardo di euro a stagione, con un significativo aumento del 30 per cento. Molto probabile, a questo punto, che non ci sia più la Rai, con Novantesimo e Stadio Sprint. Troppi 25 milioni di euro all'anno per la tv pubblica che, a forza di tagli, dal 2012 non avrà più nemmeno la Champions.

Ma chissà se davvero Mediaset è interessata ai diritti in chiaro del campionato, o preferisce puntare le sue carte sul digitale pay. Una cosa molta probabile è che i venti presidenti di A litigheranno per spartirsi il miliardo anno di diritti tv: la legge Melandri prevede che una parte prevalente (il 40 per cento) sia in parti uguali, sul resto (risultati sportivi e bacino d'utenza) chissà che potrà succedere.

I club poi venderanno per conto loro i diritti di archivio, mentre la Lega, oltre ai soldi del main sponsor Tim (15,5 milioni a stagione) e del pallone ufficiale della Nike (4,5 milioni), cerca adesso nuove risorse (esempio: videogioco del campionato di A per fare concorrenza a quello della Fifa), dopo aver aperto una importante strada in Cina. Insomma, una Lega, speriamo, dove i presidenti avranno più voce in capitolo degli avvocati... Molto è stato fatto, dopo il flop del Sudafrica, per rilanciare nazionali e settori giovanili. Ne va dato atto ad Abete: il Club Italia lavora a tempo pieno. Demetrio Albertini e Arrigo Sacchi hanno passione e competenza. Le Nazionali sono in ottime mani, e Cesare Prandelli e Ciro Ferrara hanno giù raggiunto buoni risultati (nel 2012 viene il difficile...).

Il settore giovanile è stato affidato al "ballerino" Gianni Rivera, che ha sempre avuto idee chiare sin da giovane talento del calcio. Lui sa cosa si può fare per i vivai. Stop invece al progetto di Demetrio Albertini e c. delle seconde squadre (Milan B, Juve B, Inter B, eccetera) da fare giocare in Lega Pro, per valorizzare i giovani e risolvere il problema del Campionato Primavera che così com'è non funziona. "Seconde squadre? Né oggi, né mai. Non se ne parla nemmeno", taglia corto Mario Macalli. Che propone un'altra strada: "Consentire ai presidenti di A di acquistare anche club della Lega Pro. Esempio: il Milan proprietario del Monza. Chiaro, che non dovrebbero giocare nella stessa serie".

Non sarà semplice mettere d'accordo Albertini e Macalli. Viaggia ancora a scartamento ridotto, purtroppo, il settore tecnico: nell'ultimo consiglio federale del 2011, Roberto Baggio, insieme con Bacconi e Petrone, hanno presentato il piano di rilancio di Coverciano. Piano assai costoso e impegnativo: il governo del calcio ha preso tempo prima di decidere.

Ma siccome è da agosto del 2010 che dovrebbe "partire" a pieno regime anche il settore tecnico, importante scuola dei nostri tecnici, credo che ormai sia arrivato il momento di uscire da questa empasse. Ricordando che uno come Robi Baggio può diventare una ricorsa per il nostro calcio. Ma non può e non deve restare nell'ombra.