Ci sono tante carriere nella storia incrociate col tennis, basti pensare a Edoardo Bove e Flavio Cobolli: entrambi giocavano a calcio nella Roma ma portando avanti il loro percorso con la racchetta in mano. Fino a quando hanno dovuto scegliere. Così è stato anche per Tonino Zugarelli, campione della Coppa Davis con la storica Italia di Panatta e Bertolucci. Anche lui aveva cominciato però col pallone, sfiorando la maglia giallorossa: "A 16 anni mi chiamano per un provino alla Roma. Resto seduto ad aspettare per ore e ore, quando me ne sto andando, dall’altoparlante chiedono se c’è ancora qualcuno che deve fare il test - racconta a 'La Gazzetta dello Sport' -. Mi concedono pochi minuti, tra l’altro all’ala, perciò immagino sia andata male. E invece all’uscita incontro il mitico Oronzo Pugliese, che allora allenava la prima squadra: mi dice che gli sono piaciuto e che si farà sentire".


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Zugarelli: “La Roma mi prese, ma voleva mandarmi in D. Ho smesso col calcio”
E come andò a finire? "A giugno mi arriva la lettera, la Roma mi ha preso per il suo settore giovanile. Ma c’è una postilla: mi manderanno in prestito all’Almas, una società satellite che sta in serie D. Sono così deluso che smetto con il calcio".
E così arriva il tennis. "La verità? All’inizio non mi piaceva nemmeno. Ma venivo da una famiglia povera e per tirare su qualche soldo bazzicavo i circoli del Tevere a fare il raccattapalle, così i soci ci davano la mancia. Poi, se capitava, nelle pause prendevamo le racchette e facevamo pure qualche scambio. Così mi notarono, e mi iscrissero a un torneo di doppio per non classificati. Solo che finii per giocare pure il singolare, con buoni risultati. E siccome in tribuna c’era la Roma che contava, mi segnalarono a Mario Belardinelli (allora direttore tecnico azzurro, ndr) e finii a Formia. Insomma, cominciò così".
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