Dino Zoff, ex portiere della Juventus e campione del mondo con l'Italia nella spedizione di Spagna '82, è stato intervistato ai microfoni de “il Diabolico e il Divino”, in onda su New Sound Level 90FM. Ecco le sue parole:
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Zoff: “Confrontavo Totti con i migliori della storia. Zaniolo deve crescere”
L'ex numero uno della Nazionale: "Francesco lo spronavo sempre perché volevo il meglio. Donnarumma non lo sto seguendo. Se intitolassero l'Olimpico a Paolo Rossi sarei contento"
Senza quella deviazione di Bergomi l’avrebbe parato il tiro di Falcao? In quel secondo tempo non era facile battermi, quella deviazione mi ha fregato ma Falcao aveva fatto un’azione incredibile.
C’è una parata che non è riuscito a fare per cui ha rammarico? Io sono sempre stato molto autocritico quindi in qualsiasi gol preso ho sempre pensato di poter fare qualcosa di diverso, sicuramente ho fatto più di qualche errore in tutta la carriera.
È una corsa a due per il titolo tra le milanesi? I pronostici fatti ora vedono sicuramente l’Inter favorito, nonostante dovrà affrontare un momento pieno zeppo di partite e non possiamo dimenticarci della variabile covid. Credo comunque che abbia un buon vantaggio sul Milan.
Lei ha allenato la Nazionale del miglior Totti, che rapporto aveva con lui? Gli ho trovato la posizione ideale, seconda punta con libertà assoluta. Uno con la sua classe e la sua inventiva va lasciato libero di inventare senza affidargli troppi compiti tattici. Il rapporto non era straordinario perché io ero molto critico con Totti, lo spronavo sempre a dare di più perché lo confrontavo con i migliori della storia, gli chiedevo sempre qualcosa di più e non sempre questo aspetto è stato compreso dai tifosi e dalla stampa nonostante io lo avessi preferito a Del Piero. Io Totti l’ho sempre visto grande, non mi piaceva si accontentasse di essere il migliore a Roma e con me, infatti, si è espresso ad altissimi livelli.
Quanto potrebbe aiutare Nicolò Zaniolo agli spareggi per il mondiale? Le piace come calciatore? Deve sicuramente crescere, caratterialmente c’è e delle volte eccede anche. Possiede tante belle caratteristiche, è importante per lui trovare un ruolo in cui possa esprimersi al massimo, sulla fascia è più facile per gli avversari marcarlo bene, mentre credo che nella parte centrale del campo con la sua potenza possa fare molto bene.
Ti piace l’idea dello Stadio Olimpico Paolo Rossi? Un ricordo di Paolo? Se intitolassero lo stadio a Paolo Rossi sarei contento, certo è che se avessimo vinto il campionato del mondo a Roma sarebbe più pregnante. Paolo Rossi sia in campo che fuori sapeva fare la cosa giusta, aveva rapidità fisica e mentale ed è stato veramente un grande.
Un pensiero su Gigio Donnarumma? Non lo sto seguendo molto perché il campionato francese mi interessa poco, secondo me il Milan era la dimensione ideale per lui anche se ognuno fa le sue scelte.
Lei ha allenato la Lazio nell’anno dello scudetto della Roma: cosa ricorda di quella annata? Mi ricordo che recuperammo 11 punti alla Roma in una rincorsa incredibile, avevamo ancora un centrocampo tra i più forti del mondo e mi ricordo quel gol di Dalmat che interruppe la nostra corsa. È stata una stagione emozionante.
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